Bruxelles – Rigore e flessibilità. Il binomio che ha contraddistinto il dibattito politico europeo soprattutto negli anni della crisi dell’Eurozona ritorna in voga con i suggerimenti di revisione delle regole sui conti che, a detta di Paolo Gentiloni, possono mettere d’accordo entrambe le scuole di pensiero e, soprattutto, entrambe le necessità. Il commissario per l’Economia sceglie la conferenza annuale dello European Fiscal Board per spiegare la piega che ha preso il ragionamento in atto a Bruxelles: sganciarsi dal breve periodo per legare le valutazioni sulle politiche di bilancio agli effetti di medio termine.
“È chiaro che le regole attuali mancano di un’attenzione sufficiente a medio termine“, e dunque di una prospettiva temporale a cinque anni. Questo per Gentiloni va rivisto, perché “l’obiettivo principale delle regole di bilancio dovrebbe essere quello di prevenire traiettorie di finanza pubblica insostenibili, che possono essere raggiunte solo concentrandosi sul medio termine”. La Commissione, ricorda, ha posto il problema già “un anno fa, quando abbiamo avviato la revisione della governance economica”.
La riflessione in atto all’interno dell’esecutivo fa propria la linea portata avanti già dal governo Monti, che chiedeva l’istituzione di una ‘regola aurea’ (o golden rule) per evitare di conteggiare ai fini del calcolo dei debito le spese sostenute per gli investimenti, i cui frutti si vedono non tanto nel breve periodo quanto nel medio. I cambiamenti all’orizzonte dunque possono essere a vantaggio di Paesi come l’Italia, a cui però Gentiloni ricorda che “le finanze pubbliche dovrebbero servire le nostre priorità di politica pubblica”. Niente debito pubblico per opere di utilità dubbia o nulla.
Ma non c’è dubbio per il commissario all’Economia che ormai è tempo di superare i vecchi parametri. “Mentre una regola rigorosa sul debito (rapporto debito/PIL entro il 60%, ndr) potrebbe portare a un aggiustamento drastico, pro-ciclico e controproducente, rimane giustificato un meccanismo credibile per indirizzare il debito verso una traiettoria discendente graduale e costante“. Nessun rigore cieco, dunque, ma rientri degli squilibri attraverso un percorso politico di più ampio respiro. “Questa è la chiave per garantire l’applicabilità” della regola del debito. Che presuppone riforme concordate. “E’ necessario un migliore coordinamento per realizzare il giusto mix di politiche nella zona euro”, sottolinea Gentiloni. Comunque vada l’Italia dovrà imparare a fare la buona politica.