Roma – Un quadro solido ma l’Italia tenga conto delle raccomandazioni, riforme della giustizia sotto osservazione. Lo stato di diritto in Italia secondo la Commissione europea, che sta monitorando tutti i Paesi dell’UE, presenta alcune ombre che possono esser superate. Il Commissario Didier Reynders ha illustrato oggi nel Parlamento italiano la ricognizione dedicata al nostro Paese.
Indipendenza, qualità ed efficacia della giustizia, legalità e lotta alla corruzione, pluralismo e libertà d’informazione ed equilibrio dei poteri istituzionali sono i quattro focus sui quali Reynders si è concentrato. Una relazione sostanzialmente positiva ma che ha messo l’accento su diversi aspetti al di sotto degli standard come i tempi dei processi, il funzionamento della macchina giudiziaria, la necessità di riforme compreso il CSM per garantire l’indipendenza dei giudici.
“La sfida della pandemia ha aumentato la necessità delle tecnologie digitali – ha detto il Commissario – raccogliamo con favore i progressi fatti ma sfruttando i piani di ripresa e resilienza si possono rafforzare ancora i sistemi e diminuire gli arretrati”.
Il politico belga ha dedicato una parte dell’audizione anche alla giustizia penale e i passi in avanti fatti sul riconoscimento della prova elettronica e dell’istituzione della procura europea, strumento cruciale per la lotta alla criminalità e contro le frodi (per ora accolto da 22 Paesi membri). “Si tratta di renderla operativa prima possibile – ha detto – l’Italia ha il maggior numero di procuratori delegati e vi invito a designarli al più presto”.
Anche sul fronte della lotta alla corruzione, a fronte di un quadro normativo adeguato anche nei termini di prescrizione, vengono messi in luce alcuni ritardi come una legislazione più stringente sui conflitti d’interesse e una regolamentazione del fenomeno delle porte girevoli tra i vari settori (magistratura, politica e economia) e dell’attività di lobbing. Analoghi interrogativi riguardano il rispetto del pluralismo e della libertà d’informazione, focalizzati sul settore dei media audiovisivi. È stata accolta con favore dalla Commissione l’istituzione di un organismo per il monitoraggio delle minacce ai giornalisti e per rispondere alle preoccupazioni per la loro sicurezza.
Sul tema della libertà di espressione diversi parlamentari hanno sollecitato da parte delle istituzioni europee un intervento più efficace nei confronti dell’Egitto per ottenere la verità sull’omicidio di Giulio Regeni e la liberazione di Patrick Zaki.
Sull’attuazione della Rule of law i parlamentari italiani invece si dividono. Il PD con Piero De Luca denuncia il mal funzionamento “farraginoso e lento” del meccanismo approvato recentemente. Il leghista Alessandro Giglio Vigna va invece in difesa di Polonia e Ungheria e chiede di non farne uno strumento per una “lista di buoni e cattivi e usarlo come una clava contro alcuni Paesi”.
“Niente di tutto ciò – ha replicato Didier Reynders – nei nostri report trattiamo tutti sullo stesso piano sulla base di standard univoci riferiti ai principi e i valori fondativi dell’UE”. L’ostacolo resta sempre il vincolo del voto a maggioranza e in riferimento all’articolo 7 spiega che “è uno strumento per fare pressioni ma ce ne sono anche altri per far scattare la procedura d’infrazione che non esiteremo a utilizzare”.
Infine il Commissario per la giustizia è intervenuto sui blocchi alle frontiere che si sono manifestati nei giorni scorsi sulla circolazione delle merci. “Alcuni Stati membri hanno agito in modo sproporzionato nel bloccare la libera circolazione. Bisogna riprendere un approccio comune e vi assicuro che la Commissione tornerà su questo argomento entro pochi giorni” riferendosi con molta probabilità a un intervento all’imminente Consiglio europeo.