Bruxelles – Si procede a passo spedito sul fronte della riforma dei mercati e dei servizi digitali nell’Unione Europea, in un 2021 che promette di essere l’anno decisivo per le ambizioni delle istituzioni UE. In audizione oggi (martedì 23 febbraio) alla commissione del Parlamento UE per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO), la vicepresidente esecutiva della Commissione UE per il Digitale, Margrethe Vestager, ha spiegato che “le basi della nostra riforma digitale, il Digital Services Act e il Digital Market Act, devono essere adottate tempestivamente“, perché andranno “a vantaggio delle aziende, dei consumatori e di tutta l’Unione Europea”.
La vicepresidente della Commissione ha voluto ricordare il perché dell’urgenza di queste proposte del gabinetto von der Leyen: “Le ripercussioni della pandemia COVID-19 mostrano ogni giorno le sfide sul fronte digitale che dobbiamo affrontare”. Ma è anche il clima di disinformazione e di minacce per il sistema democratico a richiedere un intervento delle istituzioni: “Casi come il tentato colpo di Stato a Washington a gennaio, con i diversi tentativi di manipolare l’informazione online e la vendita di prodotti pericolosi”, sono tutti elementi che “impattano sulla nostra democrazia e devono essere affrontati”, ha continuato Vestager.
La risposta della Commissione – “che concepiamo come un tutt’uno con gli stimoli del Parlamento UE e del Consiglio” – è la creazione di “un mercato digitale equo, aperto e competitivo“, che permetterà alle aziende innovative di crescere nel Mercato interno e di contribuire “alla ripresa della nostra società nel quadro della transizione verde”. Se “la pandemia ha fatto da sveglia”, ora è arrivato il momento di “porre regole precise” a chi gestisce lo spazio online, vale a dire “piattaforme digitali” come Google e Facebook.
Le proposte della Commissione
Nel corso del confronto con gli eurodeputati, la vicepresidente Vestager ha illustrato in quale modo la Commissione ha voluto intervenire e cosa si aspetta dal Parlamento Europeo. Sul Digital Services Act (DSA) “abbiamo cercato di intervenire dove necessario e giustificato” per arrivare a “un testo equilibrato, in cui mantenere ciò che funzionava, come la direttiva sull’e-commerce“.
La parte più importante, per cui la Commissione chiede il sostegno degli eurodeputati, è sulla questione della rimozione dei contenuti online: “Per le Big Tech abbiamo previsto obblighi di rilevamento dei contenuti illegali che circolano sulle loro piattaforme“, ha spiegato Vestager, perché “ciò che è illegale offline deve esserlo anche online, dall’incitamento al terrorismo, alle istruzioni per creare bombe, fino agli abusi infantili”. Ma allo stesso tempo un punto importante riguarda la tutela degli utenti: “I cittadini dovranno sempre avere la possibilità di contestare la rimozione del contenuto, soprattutto per questioni controverse, ma non nocive”. Questo perché “le piattaforme devono valutare i rischi potenziali”, ma “l’utente deve avere il diritto di dire che non è d’accordo, ricorrendo al potere giudiziario“.
Fondamentale anche la condivisione di vedute tra la vicepresidente della Commissione e gli eurodeputati della commissione per il Mercato interno sugli obblighi di trasparenza sugli algoritmi e le pubblicità, “per sapere come le decisioni di queste grandi aziende digitali impattano sulle nostre vite e sulle nostre democrazie”. Con il DSA la Commissione ha previsto “un’analisi del rischio che i server delle piattaforme pongono sulla società, grazie ad audit annuali e a operazioni di sorveglianza da parte di funzionari addetti“. Si andrà così nella direzione di “un sistema integrato in Europa per la cooperazione tra il Paese che ospita le piattaforme e quelli in cui vengono erogati i loro servizi”, ha sottolineato Vestager.
Per quanto riguarda il Digital Market Act (DMA), “ci concentriamo sulle piattaforme che rappresentano una porta entrata, i cosiddetti gatekeeper”. Lo scopo è garantire un “ambiente aperto alle aziende, per avere equo accesso a raggiungere i consumatori“, ha spiegato la vicepresidente e commissaria responsabile per la Concorrenza. Se le piattaforme digitali “negli ultimi anni hanno avuto un dominio di mercato”, è necessario che assumano le proprie responsabilità nel momento in cui “scivolano in condizioni di venditori” o quando “spingono altre aziende fuori dal mercato”.
Gli eurodeputati hanno sostenuto la proposta della Commissione di stabilire dei criteri per identificare chi svolge un ruolo di gatekeeper e la necessità che dimostrino di rispettare determinati obblighi: “Parliamo di trattamento e uso dei dati, di portabilità delle informazioni personali e di rendicontazione sulle acquisizioni”, ha specificato Vestager. “In caso di mancato rispetto, abbiamo previsto misure dissuasive e proporzionali, dal 6 per cento di sanzioni sul fatturato nel DSA, al 10 per cento nel DMA“.