Bruxelles – Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel confronto con l’anno precedente, a gennaio 2021 i prezzi nella zona euro sono cresciuti nel complesso dello 0,9 per cento dopo mesi di stasi al -0,3 per cento. Si riduce anche lo scarto con l’inflazione complessiva dei 27 Paesi UE (1,2 per cento a gennaio 2021).
Il divario tra le due percentuali si deve alla maggiore impennata mostrata dai Paesi che non adottano l’euro. I tassi di inflazione più alti a gennaio sono stati registrati in Polonia (+3,6 per cento), Ungheria (+2,9 per cento), Repubblica Ceca (+2,2 per cento), Romania (+2 percento) e Svezia (+1,9 per cento). Solo Germania e Paesi Bassi hanno superato la media UE. Dall’altra parte del grafico c’è la Grecia con un -2,4 per cento. In Italia i prezzi crescono del 0,7.
Euro area annual #inflation up to 0.9% in January https://t.co/9AJHINEk5A pic.twitter.com/qxLzCOWh7n
— EU_Eurostat (@EU_Eurostat) February 23, 2021
Il principale paniere di beni responsabile dell’inversione di tendenza dell’inflazione nell’Eurozona da gennaio 2020 a gennaio 2021 è stato quello dei servizi (che ha contribuito per lo 0,65 per cento al tasso di inflazione registrato). Il drastico calo dei prezzi dell’energia però ha fatto da contrappeso, riducendo dello 0,41 la stessa percentuale. Ma c’è una novità: rispetto a dicembre 2020, per il secondo mese consecutivo, continuano ad aumentare i prezzi legati ai beni energetici (+3,8 per cento). Nel confronto con gennaio 2020 sono calati del 4,2 per cento, ma è una percentuale che si allontana dal dato vicino al -8 per cento dei primi mesi della pandemia.