Bruxelles – Troppa dipendenza dalle materie prime, e allora l’unica via d’uscita è ridurre al minimo quella industriale. La presidente della Commissione europea non ha dubbi: governi e imprese devono fare rete, per una nuova stagione industriale. Ursula von der Leyen traccia la rotta da seguire in occasione dell’apertura delle giornate europee dell’industria, organizzate per ripensare il settore.
Parte della batterie il suo ragionamento. Nell’Europa che vuole la sostenibilità “abbiamo una forte dipendenza di batterie che provengono dall’estero”. Un impronta ecologica dai costi truppo alti. “E’ da qui che nasce l’alleanza europea per le batterie“, ricorda von der Leyen, che cita l’iniziativa del 2017 come modello da replicare per dotare l’UE di una sua capacità produttiva tutta nuova. “Dobbiamo passare da una fase di crisi”, quale quella attuale prodotta dalla pandemia, “ad una fase di cooperazione con l’industria, dove pubblico e privato uniscono le forze“.
Insiste sulla necessità di fare un uso sapiente di Next Generation EU, il meccanismo per la ripresa in cui ricade il recovery fund. Può essere usato e deve essere usato per ridisegnare l’industria. “Abbiamo una grande opportunità, ma servono le scelte giuste”. Un esempio? “Occorre investire in reti tecnologiche veloci, per portare i gigabyte ad ogni imprese e in ogni casa”. In sintesi: 5G.
Ancora più in sintesi: “Qualità, innovazione e rispetto per l’ambiente“. Ecco ciò di cui hanno bisogno l’Europa e la sua industria, spiega il commissario per il Mercato interno e l’industria, Thierry Breton, convinto che “l’Europa uscirà dalla crisi più forte” grazie al mercato unico e “la sua vocazione per l’industria”. Il momento della trasformazione è adesso, ed è lui a svolgere gli onori di casa e a moderare il primo panel che racchiude rappresentanti della politica e delle imprese. Le giornate dell’industria servono a questo, a intessere i primi passi della nuova Europea industriale.
In questo il Parlamento europeo è pronto a dare il suo contributo. L’istituzione UE condivide la necessità di “diversificare la catena di fornitori” industriali. In questo contesto è necessario valorizzare le diversità su cui si fonda il progetto comune, spiega il presidente dell’Eurocamera, David Sassoli. “L’UE dovrebbe avvantaggiarsi della forza degli Stati membri per ridurre l’esposizione agli shock esterni”. Ecco che la creazione di “una nuova politica industriale” diventa necessaria, a patto che sia “decisa”. Questo implica anche risolutezza nel circoscrivere certe pratiche industriali. “L’Europa ha bisogno di evitare la delocalizzazione delle sue imprese, pur rimanendo un mercato aperto: è questa la lezione da trarre dalla pandemia di COVID-19″.