Bruxelles – La dichiarazione congiunta tra Parlamento, Consiglio e Commissione per il lancio della Conferenza sul futuro dell’Europa dovrebbe arrivare entro la fine di questa settimana. “Siamo alla fase finale dei negoziati interistituzionali e ci aspettiamo di trovare un accordo (sulla dichiarazione) già entro la fine della settimana”, rivela la segretaria di Stato portoghese per gli Affari Europei, Ana Paula Zacarias, al termine del Consiglio Affari Generali dedicato alla preparazione del Vertice dei capi di Stato del 25 e 26 febbraio.
Sembra che la promessa del premier portoghese, Antonio Costa, di far partire i lavori del progetto di riforma dell’Europa sotto la sua presidenza sarà mantenuta. Si ipotizza un inizio per il 9 maggio a Strasburgo, nella giornata simbolica che festeggia la Festa d’Europa, anche se la Conferenza partirà con un anno esatto di ritardo rispetto ai piani di Bruxelles e le istituzioni daranno principalmente la colpa alla pandemia. Parlamento e Consiglio devono ancora accordarsi su alcuni elementi della dichiarazione congiunta “come la governance” della Conferenza, aggiunge Zacarias, ma il ministro portoghese è fiducioso che la dichiarazione congiunta sarà licenziata dai Palazzi di Bruxelles a breve. L’obiettivo, ripete in conferenza stampa, “è quello di riuscire a farla partire prima possibile”. “Ci auguriamo buone notizie per tutti a maggio”, scherza Zacarias. Dalla presidenza del Portogallo chiariscono che la mediazione del premier Costa è servita a sbloccare l’impasse che si era venuta a creare tra Parlamento e Consiglio in particolare su chi avrebbe dovuto tenere le redini della Conferenza.
Gli Stati membri dell’UE, a livello di rappresentanti permanenti, sono stati gli ultimi ad adottare una posizione comune a nome del Consiglio. Hanno dato il via libera mercoledì 3 febbraio alla propria posizione, che prevede una presidenza sotto l’autorità dei presidenti delle tre istituzioni – Consiglio, Commissione europea e Parlamento europeo – con l’ausilio di un Comitato Esecutivo esterno. Invece di due anni, il forum di discussione con eventi organizzati in giro per l’Europa (in via per lo più digitale, causa pandemia) dovrebbe durare un anno solo, per finire sotto la presidenza della Francia, simbolicamente perché da Parigi è arrivata per la prima volta la proposta di un dibattito sul futuro dell’Europa.