Bruxelles – Sostenere la transizione verso un’economia circolare su scala mondiale e un uso efficiente delle risorse. Unione Europea, Canada, Cile, Colombia, Giappone, Kenya, Nuova Zelanda, Nigeria, Norvegia, Perù, Ruanda e Sud Africa uniscono le forze dando vita all’Alleanza globale per l’economia circolare e l’efficienza delle risorse (GACERE), frutto della collaborazione dell’Ue e del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, in coordinamento con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO), per rendere consumo, produzione e industrializzazione “inclusivi e sostenibili”.
Come anticipato, l’Alleanza è stata lanciata oggi (22 febbraio) a margine della quinta Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente e già conta undici Paesi oltre all’Unione Europea. Presente all’evento di lancio il commissario europeo per l’Ambiente e gli Oceani, Virginijus Sinkevičius, il quale ha ricordato nel suo intervento di chiusura l’importanza di rendere l’economia globale più circolare non solo per creare un modello di sviluppo più sostenibile, ma anche per abbassare i livelli di emissioni presenti nell’atmosfera. Questo cerca di fare anche l’Unione Europea con il suo Piano d’azione per l’economia circolare: l’economia di Bruxelles è ancora per lo più lineare, con solo il 12 per cento di materiali e risorse secondari riportati nell’economia grazie a un approccio di circolarità.
In un recente rapporto, l’organizzazione di impatto Circle Economy ha esortato i governi mondiali a considerare nei loro piani di ripresa nazionali dalla pandemia un aumento del riciclaggio e il riutilizzo, stimando che l’adozione di approcci circolari nei trasporti, negli alloggi e nel cibo potrebbe ridurre le emissioni fino al 39 per cento. Il Circularity Gap Report rileva che i 22,8 miliardi di tonnellate di emissioni annuali associate alla creazione di nuovi prodotti da materiali vergini possono essere eliminati applicando strategie circolari “che riducono drasticamente la quantità di minerali, combustibili fossili, metalli e biomasse consumati dall’economia mondiale”.
“La transizione verso un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse, pulita e circolare è sempre più riconosciuta come un must per affrontare le crisi ecologiche che il mondo deve affrontare”, aggiunge il commissario europeo. La circolarità, consentendo ai prodotti di rimane più a lungo dentro il mercato, ha un potenziale come strumento di mitigazione dei cambiamenti climatici in quanto la maggior parte dell’impatto ambientale di un prodotto viene a determinarsi nella prima fase di progettazione, quasi la metà delle emissioni totali di gas serra proviene dall’estrazione e dall’elaborazione delle risorse. Per il lituano è anche un’ottima “opportunità per stimolare l’innovazione e rendere la transizione più equa creando posti di lavoro verdi e riducendo l’impatto ambientale”. Ma per realizzarlo serve un coordinamento su scala internazionale.
“La circolarità e il consumo e la produzione sostenibili sono essenziali per realizzare ogni accordo multilaterale, dagli obiettivi di sviluppo sostenibile, all’accordo di Parigi al quadro globale sulla biodiversità post-2020 che dobbiamo concordare presto”, ha sintetizzato Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma ambientale delle Nazioni Unite.
Nella cornice della riunione di oggi dell’UNEA si è discussa anche la possibilità di un accordo globale per frenare l’inquinamento da plastica. I partner si riuniranno nuovamente a febbraio 2022 a Nairobi, in Kenya, e sarà l’occasione per fare un punto su una nuova alleanza multilaterale.