Bruxelles – La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione contro l’Ungheria per la mancata abrogazione della legge sulla trasparenza, approvata nel 2017, con cui si è resa obbligatoria l’iscrizione in un registro pubblico delle ONG che superano un determinato importo di finanziamenti dall’estero. L’intervento era stato giustificato dal governo ungherese per garantire la sicurezza nazionale, ma era stato criticato per lo stigma che sulle ONG impegnate nell’accoglienza degli immigrati.
Il pacchetto di misure, poi battezzato “Stop Soros” (dal nome del filantropo statunitense di origini ungheresi considerato un nemico pubblico a Budapest, e l’università da lui finanziata fu costretta a trasferirsi in Austria), era stato successivamente definito contrario alle regole dell’Unione Europea dalla Corte di Giustizia UE nel giugno 2020. La Corte di Lussemburgo aveva ordinato all’Ungheria di abrogare la legge sulla trasparenza che, oltre a violare i principi sulla libera circolazione dei capitali, “minaccia il ruolo della società civile in quanto attore indipendente nelle società democratiche, compromettendo il diritto alla libertà di associazione, creando un clima di sfiducia nei confronti della società civile e limitando la tutela della riservatezza dei donatori”.
A distanza di mesi però la Commissione ha constatato la totale inattività da parte delle autorità ungheresi, per questo ha redatto una lettera di costituzione in mora con cui intima Budapest ad adottare entro i prossimi due mesi i provvedimenti richiesti dalla Corte. In caso di mancanza di collaborazione la Commissione europea potrebbe nuovamente deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE, proponendo le sanzioni pecuniarie da imporre.
Nei prossimi mesi l’Ungheria dovrà dare conto alla Commissione di altre due procedure di infrazione che riguardano il campo della giustizia e degli affari interni. Un’altra lettera di messa in mora infatti coinvolge Budapest per il voto espresso in contrasto con la posizione dell’Unione nella commissione Stupefacenti delle Nazioni Unite a dicembre 2020. L’UE aveva adottato una posizione favorevole vincolante per tutti i 27 Stati membri sull’adozione della raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che riconfigurava la posizione della cannabis e della resina di cannabis nella Convenzione sugli stupefacenti in virtù del suo potenziale effetto terapeutico per il trattamento del dolore e di alcune patologie come l’epilessia e la spasticità associata alla sclerosi multipla. Ora le autorità magiare avranno due mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione.
In un parere motivato infine la Commissione chiede nuovamente delucidazioni alle autorità ungheresi sull’approvazione avvenuta durante i primi mesi della pandemia di COVID-19 di una legge che obbliga i richiedenti asilo a chiedere un permesso speciale rilasciato da un’ambasciata ungherese al di fuori dell’Unione europea prima di chiedere la protezione internazionale nel Paese. La decisione sarebbe infatti contraria alla direttiva europea sulle procedure d’asilo e dei principi della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.