Bruxelles – Il nuovo ordine commerciale passa dalla trasformazione digitale dell’economia. Con la nuova strategia commerciale dell’UE a medio termine presentata dal vicepresidente per il Commercio, Valdis Dombrovskis, la Commissione ha messo in chiaro che è arrivato il tempo di riformare l’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC) “per affrontare le distorsioni della concorrenza e fornire un quadro concordato per il commercio digitale e sostenibile“.
Non ci sono solamente gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal al centro della strategia commerciale UE, ma le sfide coinvolgono prima di tutto proprio la trasformazione digitale, su cui si fonderanno “la competitività a lungo termine, la prosperità e la posizione globale dell’UE”, si legge nella comunicazione.
Dal settore digitale non dipenderà solo la prospettiva di riuscita delle politiche di sviluppo sostenibile, ma anche la “regolamentazione di spazi di concorrenza e governance multilaterale al momento inadeguati“. Agli albori del decennio digitale, l’Unione Europea vuole porsi al centro di questa trasformazione digitale, rendendola una priorità sia sul fronte interno che su quello esterno, “comprese le politiche e gli strumenti commerciali”.
Le prospettive strategiche
L’obiettivo primario della politica commerciale dell’Unione sarà quello di creare un ambiente in cui i fornitori europei di servizi “possano innovare e crescere”, utilizzando come trampolino di lancio l’aggiornamento del quadro globale delle regole internazionali. C’è però da considerare che ci si sta muovendo in “un ambiente globale sempre più ferocemente competitivo” e che “talvolta sfida l’approccio alla digitalizzazione basato sui valori dell’UE”.
L’approccio europeo tiene conto non solo dell’uso dei servizi digitali e dei dati (“linfa vitale”) da parte delle imprese europee, ma soprattutto dell’emergere di nuove tecnologie che richiedono alti standard di sicurezza (“compresa l’intelligenza artificiale”) a livello globale. La Commissione punterà su un accordo in seno all’OMC “ambizioso e globale sul commercio digitale”. Saranno comprese norme sui flussi di dati, sfruttando come punto di partenza il quadro di protezione dei dati dell’UE.
Ma l’Unione cercherà anche di raggiungere una cooperazione normativa con “partner affini”, in primis gli Stati Uniti del presidente Joe Biden. La nuova amministrazione democratica viene vista da Bruxelles come l’interlocutore principale per riformare l’OMC e per implementare le relazioni transatlantiche all’interno del Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia. “Sono il partenariato più forte ed economicamente più significativo al mondo”, si legge nella comunicazione. “È profondamente radicato in interessi e valori comuni”.
Oltre agli Stati Uniti, c’è una prospettiva strategica ancora più ampia, che coinvolge la modernizzazione delle relazioni commerciali ed economiche con i Balcani occidentali (come hanno dimostrato gli obiettivi digitali e ‘verdi’ del Piano economico e di investimenti presentato il 6 ottobre scorso) e il rafforzamento dell’impegno europeo con il continente africano. In questo senso sarà necessario approfondire il dialogo con i Paesi che hanno siglato il Trattato di libero commercio continentale africano (AfCFTA) e con l’Unione Africana, “per implementare gli accordi di investimento sostenibile già esistenti” e per “promuovere standard comuni anche nel settore privato”.
Sostegno alle imprese
Sul fronte comunitario, un ulteriore ambito di implementazione della strategia di trasformazione digitale riguarda “nuovi strumenti online” per sostenere le aziende europee, in particolare le piccole e medie imprese (PMI). Sistemi digitali più efficienti per agevolare il commercio si baseranno sullo sportello unico dell’Unione per l’ambiente doganale e il sistema di informazione e comunicazione dell’UE sul sistema di sorveglianza del mercato (ICSMS). Verrà tenuta in considerazione la digitalizzazione delle informazioni, compresi i certificati di conformità dei prodotti e l’attuazione nella legislazione comunitaria.
Altri obiettivi coinvolgono un nuovo strumento di accesso agli appalti (A2P), che consentirà agli operatori economici dell’UE di identificare se e a quali condizioni hanno legalmente accesso alle gare d’appalto nei Paesi terzi, e l’estensione dello strumento online del portale Access2Markets (A2M) per aumentare le informazioni per gli esportatori e gli investitori di servizi dell’UE. Infine dovrà essere migliorato lo strumento di autovalutazione delle regole di origine (ROSA) per aiutare le aziende e PMI europee ad applicare correttamente le regole di origine quando esportano in Paesi terzi.