Bruxelles – Il bilancio 2020 della Banca centrale europea (BCE), sottoposto a revisione, evidenzia un utile d’esercizio pari a 1.643 milioni di euro (2.366 milioni nel 2019) ed è distribuito integralmente alle banche centrali nazionali (a quella italiana sono arrivano tra fine gennaio e fine febbraio circa 280 milioni di euro).
Una nota dell’Istituto di Francoforte precisa che la diminuzione di 722 milioni di euro rispetto all’anno precedente è dovuta principalmente alla riduzione degli interessi attivi netti sulle riserve valutarie e sui titoli detenuti per finalità di politica monetaria. Il Consiglio direttivo ha inoltre deciso di effettuare un trasferimento di 48 milioni di euro al fondo di accantonamento a fronte dei rischi finanziari della BCE, che ha determinato una diminuzione dell’utile della Banca per un importo equivalente.
Nel 2020 si rilevano interessi attivi netti per 2.017 milioni di euro (2.686 milioni nel 2019). Gli interessi attivi netti sulle riserve ufficiali sono diminuiti, portandosi a 474 milioni di euro (1.052 milioni nel 2019), per effetto della riduzione degli interessi derivanti dal portafoglio in dollari statunitensi. Gli interessi attivi netti generati dai titoli detenuti per finalità di politica monetaria sono scesi a 1.337 milioni di euro (1.447 milioni nel 2019), principalmente a seguito della flessione degli interessi attivi rivenienti dal Programma per il mercato dei titoli finanziari (Securities Markets Programme, SMP) dovuta ai rimborsi. Gli utili realizzati su operazioni finanziarie ammontano a 342 milioni di euro (197 milioni nel 2019). L’aumento è da ricondurre in gran parte ai più elevati utili da prezzo sulla vendita di titoli denominati in dollari statunitensi, il cui valore di mercato ha beneficiato della diminuzione dei rendimenti obbligazionari in dollari statunitensi nel 2020.
Le svalutazioni, pari a 26 milioni di euro (20 milioni nel 2019), sono prevalentemente ascrivibili alle perdite da prezzo non realizzate sui titoli del portafoglio in dollari statunitensi e alle perdite da cambio non realizzate sulle riserve in renminbi cinesi. Verifiche sulle riduzioni durevoli di valore vengono effettuate per i titoli detenuti dalla BCE nei portafogli di politica monetaria, che sono valutati al costo ammortizzato (tenendo conto di eventuali riduzioni durevoli di valore). Alla luce degli esiti di tali verifiche, non sono state registrate perdite durevoli di valore su tali portafogli.
Le spese totali per il personale sono aumentate, portandosi a 646 milioni di euro (566 milioni nel 2019), in conseguenza del più elevato numero medio di dipendenti nel 2020, soprattutto nella vigilanza bancaria, e dei maggiori oneri relativi ai benefici successivi al rapporto di lavoro derivanti dalla valutazione attuariale a fine 2020. Le altre spese di amministrazione sono scese a 553 milioni di euro (590 milioni nel 2019), principalmente a seguito della diminuzione della componente relativa alle consulenze esterne e ai viaggi di lavoro. I proventi relativi ai contributi per le attività di vigilanza, che derivano dai contributi richiesti per coprire le spese sostenute dalla BCE nell’assolvimento delle funzioni di vigilanza, ammontano a 535 milioni di euro (537 milioni nel 2019). Il lieve calo nel 2020 è da attribuire alla riduzione delle spese di amministrazione per le funzioni di vigilanza, che ha più che compensato l’incremento delle spese per il personale dovuto al più elevato numero medio degli addetti alla vigilanza bancaria.
L’utile della BCE è distribuito alle banche centrali nazionali (BCN) dei paesi dell’area dell’euro. Il Consiglio direttivo ha deciso di assegnare alle BCN dei paesi dell’area dell’euro un importo di 1.260 milioni di euro a titolo di acconto sul dividendo, già corrisposto il 29 gennaio 2021. Nella riunione di ieri, il Consiglio direttivo ha deciso di distribuire l’utile residuo, pari a 383 milioni di euro, il 19 febbraio 2021.
Il totale dello stato patrimoniale della BCE è aumentato di 112 miliardi di euro, collocandosi a 569 miliardi di euro (457 miliardi nel 2019). L’aumento è riconducibile principalmente ai titoli acquistati nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) e del Programma di acquisto di attività (PAA). Alla fine del 2020 il totale dello stato patrimoniale consolidato dell’Eurosistema, che comprende le attività e le passività detenute dalle BCN dei paesi dell’area dell’euro e quelle della BCE nei confronti di terzi, ammonta a 6.979 miliardi di euro (4.671 miliardi nel 2019). L’espansione rispetto all’esercizio precedente è ascrivibile soprattutto all’incremento delle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema, per effetto della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT-III), e dei titoli acquistati nell’ambito del PEPP e del PAA.
I titoli detenuti dall’Eurosistema per finalità di politica monetaria sono aumentati di 1.063 miliardi di euro, raggiungendo 3.695 miliardi di euro (2.632 miliardi nel 2019). I titoli del PAA sono cresciuti di 330 miliardi di euro, portandosi a 2.909 miliardi di euro, e gli acquisti del PEPP si collocano a 754 miliardi di euro.