Bruxelles – Evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e la concorrenza sleale tra imprese: a questo scopo è “necessaria l’introduzione di un meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio”, dando un prezzo alle emissioni che vengono importante nell’Ue e che rappresentano oltre il 20 per cento delle emissioni totali interne di CO2 nell’Ue. Lo ricorda il vicepresidente esecutivo per il Green Deal, Frans Timmermans, nel suo intervento al webinar “Come le aziende possono navigare con successo il Green Deal”, organizzato dal gruppo Brunswick e dal think thank europeo Jacques Delors Institute.
La Commissione UE dovrebbe proporre la sua politica di adeguamento delle frontiere del carbonio entro la fine di giugno e la presenta già come una questione di sopravvivenza del settore industriale europeo. Se gli altri attori globali non assumono politiche climatiche ambiziose come quelle di Bruxelles in termini di riduzione delle emissioni (che punta alla neutralità climatica entro il 2050) il rischio è quello di una distorsione della concorrenza e di sempre più frequenti tentativi di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, per cui in alcuni settori o sotto-settori industriali le imprese trasferiscono la loro produzione in Paesi che non hanno gli stessi standard di riduzione delle emissioni dell’Ue perché vengono tassati di meno.
“Dobbiamo fare in modo che non ci siano rischi di concorrenza e dovremo intervenire sui singoli settori industriali per capire come fare”, ha annunciato Timmermans. Per il commissario europeo, il fatto che ora attori globali (e grandi emettitori) come la Cina abbiano stabilito di arrivare alla neutralità entro il 2060 “avrà dei risvolti positivi” anche sul fronte delle imprese.
Al centro dell’evento online il ruolo delle aziende nel contesto del Green Deal europeo, ovvero l’ambizioso piano per rendere più sostenibile lo stile di vita dei cittadini europei. Timmermans ricorda l’importanza di sviluppare una sinergia coerente tra pubblico e privato per sbloccare i finanziamenti necessari per attuarlo. “Affinché l’UE diventi climaticamente neutra entro il 2050, i settori pubblico e privato devono sviluppare un’agenda comune per reindirizzare gli investimenti verso un’economia più verde”.
Imprese, società civile e tutte le altre parti interessate devono essere coinvolte nella legislazione che la Commissione presenterà nel corso dei prossimi mesi per raggiungere l’obiettivo e “dobbiamo fare in modo che siano in grado di attuarla”. Per Timmermans il contesto legislativo che si andrà a creare intorno al Green Deal – a cominciare dal pacchetto ‘Fit for 55’ che sarà presentato a giugno – “fornisce alle aziende un quadro prevedibile, coerente e a lungo termine per gli investimenti necessari in un futuro verde”.