Roma – Prima fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e 2 astenuti. Alla fine di una lunghissima giornata la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati proclama la votazione con una maggioranza molto ampia. Restano fuori dalla nuova maggioranza i Fratelli d’Italia e i dissidenti del Movimento 5 Stelle, una fronda di 15 senatori.
“Ringrazio per la stima ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti”, ha detto con modestia chiudendo la sua replica il presidente del Consiglio. Dopo le dichiarazioni programmatiche ha fatto suo il principio della sostenibilità ambientale da inserire in Costituzione ed equità generazionale, che il Senato sta discutendo in una proposta di legge.
Quello presentato oggi a un ramo del Parlamento è un programma di alto profilo ma come dimostra la storia di Mario Draghi anche pragmatico. Piedi per terra e orizzonte ampio, un nuovo modello di sviluppo che guarda all’azzeramento delle emissioni di co2 nel 2050. La scelta europeista e atlantista senza ambiguità segna un perimetro già annunciato ma appare come un avvertimento ai “folgorati sulla via di Bruxelles”, quel pezzo della maggioranza leghista che ha accettato di sostenerlo più per convenienza che per convinzione. Messaggi anche alle forze che sostenevano il governo precedente: l’indicazione di un piano vaccinale che andrà rivoluzionato e messo in pratica con grande rapidità, un intervento per una riapertura in sicurezza delle scuole e recuperare i giorni di lezione perduti, ricalibrando il calendario scolastico. Puntuale sulla gestione del Recovery plan: sarà il ministro dell’Economia Daniele Franco a coordinare, a stretto contatto con i ministeri competenti. L’impressione è che, sia sui progetti sia sui cordoni della borsa, la vigilanza sarà rigidissima.
Nella replica il premier ha precisato alcuni passaggi del metodo di lavoro con la conferma del coinvolgimento delle parti sociali e delle Regioni, e l’impegno nel settore della cultura, “bene imprescindibile per il Paese, che va sostenuta ai vari livelli, per un ritorno prima possibile alla normalità”. “Siamo una potenza mondiale”, ha detto Draghi, annunciando che alla cultura sarà dedicato un incontro specifico durante il G20.
Agli appunti arrivati dai banchi della destra sul tema delle migrazioni, il premier ha risposto che sarà necessaria la piena assunzione delle responsabilità delle istituzioni europee con un nuovo patto di immigrazione e asilo. Un processo bloccato dallo stallo politico da parte dei Paesi del nord e dell’est, contrari ai movimenti secondari dopo il primo approdo. Ma l’Italia continuerà a proporre il meccanismo obbligatorio di distribuzione pro quota dei migranti.
Nel dibattito in aula molti interventi hanno toccato il tema della parità di genere dopo la polemica sulla composizione del governo con poche donne. Argomento a cui Draghi ha dedicato una lunga parte delle comunicazioni, auspicando il superamento di quote per creare invece “un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini”.
L’appello all’unità, alla “collaborazione senza pregiudizi” almeno nelle reazioni appare compreso, anche se il governo è appena nato. “Italia è in buone mani – dice il segretario del PD Nicola Zingaretti – siamo forze alternative, non annulliamo le nostre identità ma collaboriamo nel nome dell’emergenza”. “Forze diverse che sostengono un governo di emergenza” dice anche Loredana De Petris di Liberi e Uguali, ammettendo che la scelta di votare la fiducia “non è stata facile”. Il Movimento 5 Stelle con Ettore Licheri apprezza il “coraggio di Draghi nel proseguire il lavoro del governo Conte, avrà il nostro appoggio vigile specialmente nella scelta della transizione ecologica”. Un ottimo punto di partenza nel nome del cambiamento, la Lega c’è, abbiamo fatto una scelta di responsabilità”, commenta il leader Matteo Salvini che però glissa sui paletti europei e sulla cessione di sovranità e la maggiore integrazione a Bruxelles. “L’intervento del presidente Draghi guarda al futuro e delinea un’Italia capace di rialzarsi e di ripartire” dice Silvio Berlusconi che promette “sostegno con impegno e dedizione totale delle interesse del Paese”, da parte di Forza Italia. “Avevamo ragione, siamo stati dei visionari” dice Teresa Bellanova di Italia Viva che difende la scelta di aver impedito di proseguire l’azione del precedente governo, togliendoli la fiducia. A destra confermano il loro no alla fiducia i Fratelli d’Italia. “Speravamo in una maggiore discontinuità con il precedente governo” – ha detto Ignazio La Russa”, criticando la presenza di troppi ministri uscenti.
Ora la parola passa alla Camera dei Deputati dove il premier ha già depositato il suo intervento programmatico.