Roma – Dopo dieci giorni dall’incarico Mario Draghi ha sciolto la riserva nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ha presentato la lista dei ministri. Una lista rimasta top secret per tutti, partiti compresi fino all’ultimo, confermando l’abitudine alla riservatezza del Presidente del Consiglio.
Le sorprese si ritrovano tra i tecnici, otto in tutto, con il nuovo dicastero della transizione ecologica annunciato anche alla vigilia Roberto Cingolani che avrà le deleghe dell’ambiente e dell’energia. Super tecnico e fedelissimo di Draghi il ministro dell’economia Daniele Franco, uomo dei numeri della finanza pubblica, naturalmente di scuola Bankitalia. Un tecnico anche alla giustizia, l’ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia e viene confermata al Viminale anche Luciana Lamorgese. Le altre scelte del premier sono Vittorio Colao per l’Innovazine digitale, Roberto Giovannini alle infrastrutture, Patrizio Bianchi all’Istruzione e Cristina Messa all’Università.
Il resto della squadra è una grande prova di bilanciamento, scelta forse necessaria per tenere insieme forze politiche alternative. Resta un grande mistero l’assenza di un ministro per gli Affari europei, un ruolo che assume un’importanza fondamentale nel rapporto con Bruxelles e sarebbe davvero incomprensibile rinunciarvi. Probabilmente il premier vorrà affidare la delega a uno dei sottosegretari alla presidenza del Consiglio che sarà nominato in seguito.
Dunque un governo fatto con il bilancino di precisione, con i partiti che fanno il pieno piazzando 15 ministri tutti già nominati in altre stagioni. Draghi sceglie la continuità nella lotta alla pandemia confermando al Ministero della salute Roberto Speranza. Per il PD restano Lorenzo Guerini e Dario Franceschini ed entra Andrea Orlando. Anche Movimento 5 Stelle sceglie di confermare Luigi Di Maio alla Farnesina, Stefano Patuanelli, Federico D’Incà e Fabiana Dadone. La Lega entra con Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia ed Erika Stefani, tre anche per Forza Italia con ministri già noti in altri esecutivi: Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna. Italia Viva esce ridimensionata con la sola Elena Bonetti che torna al ministero delle Pari opportunità e famiglia.