Bruxelles – L’attesa è tutta per la votazione finale che svelerà i numeri con cui l’Eurocamera riunita in plenaria si esprimerà sul pacchetto di risorse del Fondo di Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Fund) voluto dai leader europei per risollevare l’economia europea dopo la crisi pandemica della COVID-19. Martedì mattina (9 febbraio) gli europarlamentari hanno dibattuto sui punti principali del regolamento europeo che istituirà il fondo da 672,5 miliardi di euro garantendo agli Stati 312,5 miliardi di euro a fondo perduto e la possibilità di accedere a prestiti attingendo alla somma complessiva di 360 miliardi di euro.
Da più parti durante la discussione è stata sottolineata la portata storica del nuovo meccanismo, che permetterà all’Unione Europea di emettere debito comune sui mercati finanziari per reperire i fondi da girare poi agli Stati membri. Una notevole enfasi è stata posta anche sugli obiettivi che il fondo intende perseguire in materia transizione verde e della trasformazione digitale (il 37 per cento dei fondi deve essere destinato agli obiettivi per la preservazione dell’ambiente, il 20 per cento agli investimenti per il digitale). Altrettanto tonante è stato l’appello diretto agli Stati membri a insistere sugli investimenti strutturali.
“Vogliamo un giusto equilibrio tra riforme e investimenti”, ha detto durante il suo intervento il Commissario agli Affari economici e monetari Valdis Dombrovskis sottolineando anche l’importanza della ratifica da parte dei parlamenti nazionali del regolamento sulle risorse proprie del Quadro finanziario pluriennale 2021-27. “Si tratta di un elemento chiave. Solo allora potremo cominciare ad assumere debito tramite il piano Next generation EU e finanziare la ripresa con i bond verdi (le obbligazioni con cui la Commissione intende finanziare la transizione verde), per i quali verrà presentata una proposta dalla Commissione il prima possibile”.
Le critiche principali allo strumento sono arrivate dalla destra europea. Tra i banchi degli eurodeputati sovranisti del gruppo Identità e Democrazia sono state sollevate polemiche per gli aiuti dispensati ai Paesi più indebitati. “Ognuno deve farcela con le proprie gambe e con le proprie forze”, ha dichiarato la finlandese Laura Huhtasaari.
Non è chiara invece la posizione che assumerà rispetto alla votazione il partito italiano della Lega Salvini Premier. “Le condizionalità inserite, se non applicate in modo sufficientemente flessibile, possono mettere in difficoltà gli Stati membri Patto di stabilità e crescita si ripropone con tutto il suo vigore”, ha affermato l’europarlamentare del carroccio Antonio Maria Rinaldi criticando, senza però dichiarare il proprio voto, gli articoli del regolamento che si riferiscono ai poteri di vigilanza e correzione attribuiti alle istituzioni europee.
Il partito Fratelli d’Italia invece si asterrà. “Questo regolamento rischia di far entrare dalla finestra le regole di austerità che tutti si erano vantati di aver cacciato dalla porta pochi mesi fa. Guardando all’Italia Il rischio è che non basti il pur stimatissimo apporto di Mario Draghi né quello della sua variopinta maggioranza per metterci al riparo di questi pericoli. Per questo ci asterremo”, ha affermato Carlo Fidanza (gruppo ECR). Il partito, dunque, ripeterà la scelta presa nei lavori in commissione parlamentare.