Bruxelles – Nei giorni in cui si susseguono le reazioni all’ultima controversa visita diplomatica a Mosca dell’Alto Rappresentante Josep Borrell, la East StratCom Task Force, l’unità operativa del Servizio europeo per l’azione esterna per la lotta alla disinformazione, pubblica i risultati di uno screening sulla veridicità delle affermazioni espresse dal Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov dopo il vertice con il Commissario europeo.
La East StratCom Task Force (ESCTF) è stata istituita nel 2015 per dedicarsi esplicitamente alle attività di contrasto alle campagne di disinformazione russe e per promuovere e rafforzare la comunicazione strategica dell’UE nell’Europa dell’Est. Con il progetto EUvsDisinfo la Task Force si è dotata anche di un database nel quale vengono registrati documenti e dichiarazioni considerati falsi, parziali o distorti. Questo, appunto, lo strumento attivato per verificare l’attendibilità delle dichiarazioni rilasciate da Lavrov durante la conferenza stampa di venerdì 5 febbraio.
Nel sintetizzare i risultati del suo fact checking l’ESCTF non ha usato mezzi termini. “All’invito al dialogo dell’Unione Europea il Cremlino ha risposto con un tentativo scandaloso di deviare l’attenzione dalla violazione degli obblighi internazionali e delle leggi interne da parte della Russia”, si legge nel comunicato trasmesso. Durante la conferenza stampa, scrive la Task Force, “si sono susseguite una serie di dichiarazioni false, più volte utilizzate nell’ecosistema della disinformazione pro-Cremlino e già registrate in passato nel database EUvsDisinfo”.
Sono varie le affermazioni contestate. La prima è legata alla frase con cui Lavrov ha sostenuto che “le sanzioni sono illegali”, riferendosi in particolare alle misure restrittive imposte dall’UE nei confronti della Russia per aver minato o minacciato “l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. L’ESCTF respinge l’offesa: “Le sanzioni sono state introdotte nel pieno rispetto della legge internazionale sulla vendita di attrezzatura militare”. Smentita anche l’attestazione con cui Lavrov ha definito le sanzioni applicate da Bruxelles come un’invenzione americana. “Nessuno al di fuori degli Stati membri ha influenzato la decisione”, ribatte l’ESCTF.
Neutralizzata anche la colpevolizzazione dell’UE per le accuse infondate di disinformazione nei confronti di Mosca (“l’UE accusa la Russia di disinformazione senza delle prove”). Secondo la Task Force europea alcuni organi di stampa come Russia Today (RT) e Sputnik sono responsabili di aver diffuso informazioni distorte in almeno 700 occasioni negli ultimi 13 mesi. Il caso più clamoroso, risale a quando Sputnik Bielorussia ha affermato che il coronavirus fosse un prodotto dei laboratori della NATO.
E ancora, se il capo della diplomazia russa ha rivendicato il diritto della Russia a essere coinvolta nelle relazioni tra l’Unione Europea e i Paesi del Caucaso o dell’Asia Centrale, l’ESCTF respinge e dice che l’UE “non rinuncerà al dialogo con gli Stati sovrani condotto in via bilaterale e nelle assisi internazionali”. Quando Lavrov denuncia che “i giornalisti russi sono discriminati nell’Unione Europea”, la Task Force ricusa definendo la frase “priva di fondamento”.
Dinanzi alla minaccia di essere in possesso di prove che testimoniano la mano forte della polizia europea contro i manifestanti, arriva la spiegazione dell’East StratCom: “È un esempio di quello che chiamiamo ‘benaltrismo’, un facile espediente retorico con cui si devia l’attenzione da un fatto reale, in questo caso dall’abuso della forza da parte della polizia russa e dalla detenzione di migliaia di persone che hanno manifestato nelle ultime settimane”.
La Task Force si esprime anche sull’espulsione dei tre diplomatici europei che erano presenti nelle strade durante le manifestazioni per osservare gli sviluppi della situazione. “È una pratica abituale che dei diplomatici raccolgano informazioni di prima mano sugli eventi in corso negli Stati in cui lavorano. Espellere diplomatici europei per il fatto che stessero osservando dei processi politici non può essere che essere un atto ostile”.
Tutte fattispecie che evidenziano il “deficit dello stato di diritto in Russia e il restringimento dello spazio politico e della libertà di espressione nel Paese” e che, sempre secondo l’ESCTF, attestano l’intenzione da parte del Cremlino di sottrarsi al dialogo proposto dall’Unione Europea e dagli Stati membri.