Bruxelles – Lo chiamano ‘principio di reciprocità’. Germania, Svezia e Polonia hanno deciso oggi l’espulsione di tre diplomatici russi presso i loro Paesi, dopo che venerdì 5 febbraio Mosca ha provocatoriamente definito “persona non grata“ tre diplomatici europei accusati di aver partecipato, illegalmente, a manifestazioni a sostegno di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin avvelenato ad agosto e ora in carcere.
Germany, Sweden & Poland expell Russian diplomats. #Reciprocity pic.twitter.com/4ZI9TlAaXU
— Sebastian Fischer (@SFischer_EU) February 8, 2021
‘Provocatoriamente’ perché la decisione è stata presa mentre l’alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, era nella capitale russa a colloquio con l’omologo Sergej Lavrov per parlare di rilancio delle relazioni con Mosca. “Questa decisione non era in alcun modo giustificata”, ha scritto in una nota il ministero degli Esteri di Berlino. Il diplomatico tedesco espulso “aveva semplicemente esercitato la sua funzione ai sensi della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche di osservare gli sviluppi in Russia con mezzi leciti”, prosegue la nota. L’espulsione dell’ambasciatore russo in Svezia è una “chiara risposta alla decisione inaccettabile di espellere un diplomatico svedese che stava solo esercitando i suoi doveri”, ha aggiunto Ann Linde, ministra degli Esteri della Svezia, in un tweet. Lo stesso discorso per la Polonia, che cita il principio di reciprocità e un coordinamento con la Germania e la Svezia.
Da molti criticato l’atteggiamento remissivo di Borrell, che ha assistito venerdì alle umiliazioni di Mosca verso l’Unione Europea senza dire nulla. “La reazione che ho ricevuto da parte di Mosca punta visibilmente in una direzione diversa”, rispetto al rilancio dei rapporti con Bruxelles, ha scritto ieri sul suo blog. Il capo della diplomazia europea dice che l’Europa ora è a un bivio perché “Russia e Ue si stanno progressivamente allontanando” e bisogna capire in che direzione procedere. Domani riferirà sulla sua visita a Mosca di fronte a una plenaria del Parlamento Europeo che lo accusa senza mezzi termini di essere stato inadeguato nel suo ruolo di capo diplomatico per l’Ue.