Bruxelles – “Grande preoccupazione per l’arresto di Alexei Navalny” e dei suoi sostenitori scesi in piazza per chiederne la liberazione e un nuovo appello per il suo immediato rilascio. L’impegno dell’Unione Europea per la scarcerazione del noto oppositore russo avvelenato a fine agosto e ora condannato a quasi tre anni di carcere a Mosca si limita a questo. Anche se, proprio mentre il capo della diplomazia UE era nella capitale russa, tre diplomatici europei (rappresentanti di Germania, Polonia e Svezia) venivano espulsi dal Paese perché accusati di aver partecipato a manifestazioni illegali in favore dell’oppositore.
In una visita molto contestata all’omologo russo Sergei Lavrov per parlare di rilancio delle relazioni con Mosca, l’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha chiarito in conferenza stampa che per il momento non è sul tavolo l’ipotesi di nuove sanzioni verso Mosca per una sentenza contro Navalny che la stessa Unione Europea ha riconosciuto come dettata da motivazioni solo politiche. Ma Borrell spiega che “non ci sono state proposte da parte degli Stati membri” per sanzioni extra contro il regime di Putin o individuali contro gli oligarchi vicini al presidente russo ritenuti responsabili dell’avvelenamento. Questo nonostante di recente Bruxelles si sia dotata di un regime globale di sanzioni per chi viola i diritti umani sulla scia del Magnisky Act statunitense. Nuove discussioni attese al vertice tra i capi di Stato e governo a marzo, tra oltre un mese.
Il capo della diplomazia di Bruxelles ha ribadito la “profonda preoccupazione” dell’UE per l’incarcerazione di Navalny, chiedendone nuovamente il rilascio immediato e un’indagine imparziale internazionale per chiarire quanto accaduto “pur rispettando in pieno la sovranità della Russia”. Durante il briefing con la stampa, una portavoce dell’Esecutivo, interpellata dai giornalisti, ha ribadito la posizione di Borrell senza aggiungere molto a quanto dichiarato dall’alto rappresentante. “Navalny non dovrebbe essere in prigione, l’Ue continua a chiedere il suo rilascio immediato. Inaccettabile che sia dietro le sbarre”, ha detto spiegando la ragione per cui Borrell ha deciso nella sua visita di tre giorni di non incontrare in carcere Navalny. “Avrebbe mandato un messaggio sbagliato, che siamo d’accordo con il suo essere in carcere”, ha motivato.
Dal canto suo, Lavrov ha commentato l’eventualità di nuove sanzioni dell’UE definendola “una questione interna all’UE”, ma ha detto di aver notato come Bruxelles si stesse comportando sempre più come gli Stati Uniti imponendo restrizioni unilaterali ai Paesi terzi. Secondo media locali, il ministro degli Esteri russo ha aggiunto anche per Mosca “l’Ue è un partner inaffidabile”. Nonostante l’incrinarsi dei rapporti tra Bruxelles e Mosca, l’Ue non è dello stesso parere.
Relazione irrinunciabile
In conferenza stampa, il capo della diplomazia europea definisce i rapporti tra Ue e Russia segnati da “differenze fondamentali” e da una sostanziale “mancanza di fiducia”. Ma aggiunge anche che i due “possono e devono ancora lavorare insieme” e lo scopo primario della visita era proprio “discutere delle possibili sfide comuni”. Ricerca, clima, digitale: “tante cose che possiamo ancora fare insieme”, dice Borrell.
E ricorda gli stretti legami commerciali che legano le due potenze (“l’Ue è il primo partner commerciale della Russia, la Russia è la più grande potenza del Vicinato”) e l’interdipendenza energetica, soprattutto legata all’approvvigionamento di gas. Ma nonostante questo le relazioni politiche si sono incrinate da quando Mosca ha annesso la Crimea dall’Ucraina nel 2014 e ulteriormente deterioratesi con l’avvelenamento e arresto di Navalny.
L’alto rappresentante ha chiarito ancora che le questioni guardanti “lo stato di diritto, i diritti umani, la società civile e la libertà politica sono centrali per un futuro comune sia per l’UE che per la Russia”. Ma per molti il tempismo di queste dichiarazioni è inopportuno se non sbagliato. Dopo un tentativo di avvelenamento, martedì 2 febbraio Navalny è stato condannato a 3 anni di carcere con l’accusa di avere violato la libertà vigilata decisa a seguito di una precedente condanna e proprio questa mattina l’oppositore russo si è dovuto recare nuovamente in tribunale per un caso di calunnia. E non passa inosservato il fatto che sia stato chiamato a riferire in tribunale proprio nel giorno in cui Borrell ha iniziato la sua visita diplomatica in Russia. Nonostante questo, l’alto rappresentante ha preferito non incontrarlo.
Critiche dal Partito Popolare europeo (PPE) che sottolinea il fatto che l’alto rappresentante “invece di riportare Navalny a casa, ha ripulito il regime di Putin”.
Holding a joint press conference with Min #Lavrov at very moment when @Navalny was being brought for another trial confirms the very bad timing of @JosepBorrellF visit to Moscow. Instead of bringing #Navalny back home, Mr Borrell has whitewashed #Putin's regime, says @Kalniete
— EPP Group (@EPPGroup) February 5, 2021