Bruxelles – La Politica agricola comune (PAC) contribuisce poco a ridurre l’erosione del suolo, la tendenza alla progressiva perdita della capacità biologica ed economica di un terreno che spesso è aggravata dalle attività umane, come le pratiche agricole intensive. Ma per buona parte la colpa è degli Stati membri e di come attuano le politiche: stabilire requisiti vincolanti per i Paesi Ue perché raggiungano obiettivi a livello europeo è una delle raccomandazioni contenute nell’ultimo studio d’impatto della PAC sul suolo, commissionato dalla Commissione europea e realizzato dall’Alliance Environnement GEIE.
Innanzitutto, però, occorre stabilire un quadro comune europeo per la gestione sostenibile del suolo e dell’agricoltura di conservazione del suolo. L’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) stima che nel 2020 il 12,7 per cento della superficie terrestre europea era colpita da erosione moderata o elevata, compromettendo le funzioni del suolo e la qualità dell’acqua. Progressi tra gli Stati membri si sono registrati nel periodo 2010-16, ma gli “sforzi per ridurre l’erosione del suolo devono essere rafforzati, in particolare nelle aree in cui il rischio di erosione del suolo è elevato”. Il rapporto mette in evidenza che il contributo della PAC alla mitigazione delle minacce per il suolo dipende molto dalle scelte di attuazione prese a livello degli Stati membri o a livello regionale.
Pratiche agricole intensive, attività industriali, turismo, proliferazione urbana e industriale e opere di edificazione possono tutte esercitare un impatto negativo sui terreni, con il risultato che il suolo perde di fertilità, di carbonio o di biodiversità, riduce la sua capacità di trattenere l’acqua, e in alcuni casi determina lo sconvolgimento dei cicli dei gas e dei nutrienti. Il rapporto raccomanda anche l’introduzione di strumenti di monitoraggio per controllare l’evoluzione della tendenza al degrado del suolo. La Commissione ha lanciato una consultazione pubblica e prevede quest’anno la pubblicazione di una strategia per invertire la tendenza in atto.
Notizie positive sull’uso di fertilizzanti e pesticidi. Grazie alla PAC esistono requisiti per ridurre l’uso di prodotti fitosanitari attraverso il sostegno all’agricoltura biologica e vietandone l’uso in aree di interesse ecologico. Inoltre, la condizionalità prevista dalla Politica agricola comune – ovvero l’insieme di regole che gli agricoltori devono rispettare per beneficiare dei sussidi europei – ha contribuito a limitare l’uso di fertilizzanti in zone vulnerabili. Sul lungo periodo, secondo il rapporto, la PAC avrebbe spinto gli agricoltori europei ad attuare pratiche benefiche per il suolo come colture intercalari, colture di copertura o colture che fissano l’azoto.