Bruxelles – L’obiettivo è “discutere le questioni che ci preoccupano in relazione al posto e al ruolo della Russia all’interno dell’Europa e, in generale, al suo impegno sullo scenario internazionale”. Così, a quattro anni di distanza dall’ultima trasferta di un Alto Rappresentate europeo, Josep Borrell scrive su La Stampa, presentando i propositi del suo viaggio a Mosca, dove atterrerà stasera, per soggiornarvi fino a sabato (6 febbraio) e tentando un approccio assertivo: l’incontro “prevede un impegno selettivo su questioni di interesse per l’Ue, ma anche una mano tesa verso la società civile russa, che può contare sul nostro sostegno”, dice il capo della diplomazia UE.
La visita, in agenda da diverse settimane, era stata programmata per “discutere apertamente con la Russia sullo stato delle nostre relazioni“, ma risentirà degli ultimi eventi legati all’arresto e all’incarcerazione di Alexei Navalny e alla repressione che le autorità russe stanno esercitando sulle manifestazioni in piazza in questi giorni. Una missione diplomatica più complicata del previsto, dunque, per Borrell, che comincerà il giro degli colloqui proprio dall’incontro con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e sarà ricevuto anche da alcuni rappresentanti della società civile e da membri della comunità accademica a Mosca.
“Negli ultimi 10 anni le relazioni UE-Russia si sono deteriorate e sono state caratterizzate da una mancanza di fiducia, tanto che oggi ci consideriamo per lo più rivali e concorrenti invece che partner”, ha spiegato Borrell sul quotidiano di Torino facendo riferimento alla guerra in Crimea, al conflitto in Libia, e all’ingerenza russa in Bielorussia, tutte vicende che hanno determinato l’incrinatura dei rapporti tra Bruxelles e Mosca. Non meno importante il caso dell’avvelenamento, dell’arresto e della condanna di Alexey Navalny, e l’arresto di migliaia di manifestanti negli ultimi giorni: “ci ricordano dolorosamente che in Russia lo spazio concesso all’opposizione, alla società civile e alle voci indipendenti si sta restringendo“.
Borrell insiste però per il dialogo. “Lo scopo della diplomazia è proprio quello di impegnarsi, trasmettere messaggi e cercare di trovare un terreno comune”, perché “è essenziale quando le cose non vanno bene”, ha continuato l’Alto rappresentante nel lanciare il suo appello affinché si lascino i canali di comunicazione con Mosca “sempre aperti”.
“Abbiamo parlato più gli uni degli altri – fraintendendoci – che gli uni con gli altri. Ciò non fa che perpetuare la sfiducia e non aiuta ad affrontare le sfide future. Dobbiamo dire chiaramente che cosa ci preoccupa”, si legge nell’articolo. Il punto di riferimento ora, per la trasferta moscovita del politico spagnolo, saranno “la serie di principi guida concordati dall’Ue per le relazioni con la Russia”.
Ma in pentola bollono anche “altre questioni sulle quali possiamo collaborare”. La lista degli ingredienti è lunga: il piano d’azione congiunto globale sull’accordo sul nucleare iraniano (“Una delle pietre angolari dell’architettura globale di non proliferazione nucleare”), la trasparenza e lo scambio di informazioni nell’ottica di combattere la pandemia di COVID-19, la lotta alla disinformazione (“Abbiamo visto attività di questo genere provenire dalla Russia”), la collaborazione sulle sfide climatiche, le minacce e le opportunità che emergono nella sfera digitale e nel ciberspazio.
“Rimane fondamentale garantire l’unità e una direzione chiara nel dialogo con la Russia”, incalza Borrell con un chiaro messaggio alle divisioni tra gli Stati UE.