Bruxelles – Prevenire il cancro con un approccio integrato tra scienza e medicina ma anche agricoltura, ambiente e clima. Di come ridurre i fattori di rischio per lo sviluppo della malattia – come alcool, fumo, inquinamento ambientale e sostanze nocive – si parla nella strategia d’azione della Commissione Europea contro il cancro pubblicata oggi (3 febbraio), un piano da quattro miliardi di euro (a valere sui programmi EU4Health, Horizon Europe e Europa digitale del bilancio comunitario) diviso in quattro pilastri principali: prevenzione, diagnosi precoce, trattamento e miglioramento della qualità della vita, con dieci azioni a sostegno di questi pilastri.
Annunciato un anno fa dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, il piano doveva essere presentato entro la fine del 2020 poi rimandato a causa del Covid-19. Secondo i dati snocciolati dall’Ue, nel 2020 – mentre tutto il mondo era intento a lottare contro il Coronavirus – 2,7 milioni di persone nell’Unione europea si sono trovati di fronte a una diagnosi di malattia e altri 1,3 milioni di persone hanno perso la vita a causa di essa. Ma l’Ue resta convinta che almeno il 40 per cento dei tumori in Europa possa essere prevenuto agendo sui fattori di rischio menzionati prima, come fumo, alcool, cibo e dieta, attività fisica, inquinamento e clima.
Revisione della direttiva sui prodotti del tabacco
Il consumo di tabacco continua ad essere il principale fattore di rischio su cui è possibile intervenire, con il 27 per cento di tutti i tumori legati all’uso del tabacco come fattore di rischio. L’Ue vuole una “Generazione libera dal tabacco” entro il 2040, ovvero vuole ridurre dal 25 per cento di oggi al 5 per cento la popolazione che ne fa uso. Un obiettivo non da poco in soli venti anni. L’obiettivo intermedio, in linea con l’OMS, è quello di ridurre del 30 per cento l’uso del tabacco entro il 2025. Come? Intervenendo per cambiare la legislazione in vigore in Ue, concentrandosi in particolare sulla tassazione che per Bruxelles rimane l’arma vincente per ridurre i consumi soprattutto tra i più giovani. Prevista la revisione della direttiva europea sui prodotti del tabacco, sulla tassazione del tabacco e sul quadro giuridico degli acquisti transfrontalieri di tabacco da parte di privati (come avevamo spiegato qui). Entro il 2023, la Commissione proporrà di aggiornare la raccomandazione del Consiglio sugli ambienti senza fumo, estendendola anche agli spazi aperti e soprattutto ai prodotti emergenti, come le sigarette elettroniche e i prodotti di tabacco riscaldati.
Riduzione di alcool e i timori di Coldiretti
L’abuso di alcool rappresenta un altro fattore di rischio per lo sviluppo della malattia e la Commissione punta ad aumentare il sostegno agli Stati membri e alle parti interessate per ridurne del 10 per cento il consumo nocivo entro il 2025, rivedendo la legislazione dell’UE sulla tassazione degli acquisti transfrontalieri di alcolici da parte di privati. Ma intende anche rivedere la sua politica di promozione delle bevande alcoliche proponendo una indicazione obbligatoria dell’elenco degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale sulle etichette delle bevande prima della fine del 2022 e delle avvertenze sanitarie sulle etichette prima della fine del 2023.
La notizia ha messo in allarme la Coldiretti e il suo presidente Ettore Prandini che in una lettera al commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, ha parlato di “etichette allarmistiche sulle bottiglie come per i pacchetti di sigarette, con la scusa di tutelare la salute che va invece salvaguardata promuovendo una dieta equilibrata e varia senza criminalizzare singoli alimenti”. Le dichiarazioni di Prandini arrivano dopo aver letto una prima bozza della strategia trapelata nelle scorse settimane in cui era indicata anche l’intenzione di cancellare i fondi per la promozione di carni rosse e lavorate, associate al rischio di sviluppare tumori. La versione pubblicata oggi è stata però annacquata e si legge solo che la Commissione nel quadro della Farm to Fork sta intraprendendo una revisione della politica di promozione dei prodotti agricoli per promuovere “una dieta più vegetale, con meno carne rossa e lavorata e altri e altri alimenti legati ai rischi di cancro e più frutta e verdura”.
Anche le misure fiscali “possono contribuire alla promozione della salute”, si legge nella proposta, secondo cui gli Stati membri dovrebbero fare un uso più mirato delle aliquote, “per esempio per sostenere la disponibilità e l’accessibilità economica degli alimenti sani e nutrienti”. Non è menzionato però il taglio dei fondi di promozione alle carni, prima previsto.
Le reazioni
Per alcune associazioni ambientaliste non è abbastanza. “Qual è lo scopo dei piani dell’UE per sconfiggere il cancro o affrontare il cambiamento climatico se continua a promuovere cibo come la carne che aggrava questi problemi?”, scrive in una nota Greenpeace. L’Ue potrebbe fare di meglio”, aggiunge Olga Kikou, responsabile di Compassion in World Farming EU.Se l’UE vuole veramente mantenere i suoi impegni per migliorare la nostra salute, la vita degli animali e salvare il nostro unico pianeta, allora sono necessari obiettivi di riduzione del consumo di TUTTI i prodotti animali – non solo la carne rossa e lavorata – accompagnati da obiettivi per un aumento del consumo di alimenti a base vegetale”.
Il Parlamento avrà domani (4 febbraio) una discussione con la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, uno scambio di vedute sulla strategia. “Proposte legislative ambiziose per ridurre il consumo di tabacco e alcol, per promuovere un’alimentazione sana e l’attività fisica sono passi nella giusta direzione”, ha scritto in una nota Véronique Trillet-Lenoir (Renew), una relatrice della commissione speciale per la lotta contro il cancro (BECA). La Lega a Bruxelles, nel gruppo di Identità e Democrazia, insiste sulla necessità di non penalizzare i prodotti Made in Italy. “Prodotti italiani di eccellenza come salumi e vino non possono essere paragonati ad esempio alle sigarette e preoccupa, inoltre, la previsione di nuove tasse su zucchero e bevande”, scrivono in una nota le eurodeputate Luisa Regimenti e Stefania Zambelli. A uscirne penalizzate, secondo loro, “sarebbero principalmente le filiere agroalimentari del Paese, già messe a dura prova nell’ultimo anno dall’emergenza pandemica”.