Bruxelles – Sui vaccini l’UE continua a fare confusione, a muoversi in modo maldestro, precipitoso. Nella fretta di assicurarsi sieri ani-COVID ha finito col sottoscrivere contratti con le cause farmaceutiche tali da indurre alla guerra aperta con l’industria, condotta a sua volta in modo approssimativo. Il meccanismo volto a bloccare il trasferimento di vaccini al di fuori del territorio dell’UE ha prodotto come conseguenza la creazione di una frontiera rigida tra le due Irlande, esattamente quello che per anni Bruxelles ha sbandierato di non volere a nessun costo.
Di fronte a questo incidente la Commissione rischia di perdere pezzi, oltre che la faccia. Il capo del servizio dei portavoce dell’esecutivo comunitario, Eric Mamer, ha dapprima riconosciuto pubblicamente che “l’Irlanda del nord non fa parte di questo regolamento” per la difesa degli approvvigionamenti dei vaccini, e che nel fare ciò che si rende necessario “si possono commettere errori lungo la strada, e migliorare”, salvo scaricare tutto su Valdis Dombrovskis, il vicepresidente esecutivo responsabile per il Commercio.
“Quello che posso dirvi è che c’è un gabinetto a capo di questo, che è il vicepresidente Dombrovskis in quanto responsabile del commercio”, la spiegazione offerta alla stampa. “Questo regolamento ricade sotto la responsabilità del signor Dombrovskis e del suo gabinetto e, naturalmente, dei servizi della commissione che gli rispondono”.
Parole che aprono fronde e pongono punti interrogativi. Non è forse la Commissione un organo collegiale? La presidente Ursula von der Leyen è davvero all’oscuro di tutto o ha scaricato il lettone? Nel primo caso si porrebbe un problema di affidabilità e capacità di gestione della macchina europea da parte della prima donna della storia a capo dell’esecutivo comunitario. Nel secondo caso si avrebbe un frattura da ricucire, anche interna al PPE, essendo von der Leyen e Dombrovskis della stessa famiglia politica (nel 2014 si candidò per la presidenza della Commissione, salvo ritirarsi successivamente e sostenere Jean-Claude Juncker).