Bruxelles – La Commissione Europea vuole sbloccare altri 1,5 miliardi di euro per investire nella sua strategia vaccinale contro il Coronavirus. “Abbiamo bisogno di quel denaro per il monitoraggio della vaccinazione ma anche per la ricerca” sulle nuove varianti del virus che si sono diffuse in Europa, ha detto oggi (1 febbraio) Sandra Gallina, direttrice della direzione generale Salute della Commissione Europea (DG SANTE) in audizione in commissione per i bilanci del Parlamento europeo. Gallina non ha chiarito però quando l’Esecutivo intende proporre la modifica del bilancio per il 2021: circa 635 milioni di euro dovrebbero arrivare dal programma di ricerca Horizon 2020 (che non sono stati utilizzati l’anno scorso) mentre altri 900 milioni dalla flessibilità del bilancio comunitario. “Le aziende e gli Stati membri da sole non possono investire nella ricerca sulle varianti”, ha aggiunto. Ma l’Ue “deve dotarsi degli strumenti corretti per contrastare le varianti del Coronavirus“.
Al centro dell’audizione i dubbi del Parlamento se l’Ue abbia investito a sufficienza nella sua strategia per la vaccinazione del Continente. Il presidente di commissione, Johan Van Overtveldt (ECR), ha aperto la riunione mostrando un grafico del Financial Times in cui si paragonano gli investimenti di Ue, Regno Unito e USA con una Bruxelles che occupa l’ultimo scalino del podio.
Gallina ha chiarito però che nel grafico sono mostrate solo le risorse che l’Unione ha investito nella strategia, “mancano i fondi stanziati dagli Stati membri”. Cercando di ricostruire i piani di finanziamento, Bruxelles ha già mobilitato risorse per 2,3 miliardi di euro per fornire finanziamenti nell’ambito degli accordi di acquisto anticipato (APA) con i produttori di vaccini. Si sono poi aggiunti altri 750 milioni dagli Stati membri per il biennio 2020-2021, di cui rimangono ancora da spendere 416 milioni che secondo Gallina saranno riservati a finanziare gli ultimi due contratti che mancano alla Commissione europea per completare il suo portafoglio di otto vaccini. Si tratta di Novavax e Valneva, con cui la Commissione ha chiuso colloqui esplorativi ma non ancora i contratti. In totale, il portafoglio dell’Ue dovrebbe arrivare a quota 8 contratti per altrettanti vaccini anti-Covid (AstraZeneca, Sanofi, Johnson e Johnson, Biontech, Curevac, Moderna, Novavax e Valneva) e si fermerà lì.
Ha insistito poi sul fatto che la debolezza della strategia vaccinale europea, se di debolezza si può parlare, è più che altro nella lentezza della capacità produttiva delle case farmaceutiche. “Non avremmo ottenuto più vaccini pagando più soldi”, ha precisato. “Il problema è la produzione e la capacità produttiva non si crea dalla sera alla mattina”, ha ammesso. “Non dobbiamo spendere di più per i vaccini quanto fare pressione sulle case farmaceutiche per adeguarsi ai contratti stipulati e per aumentare la capacità di produzione”.
I deputati continuano a sollevare domande sui pagamenti, sul perché non sono pubblici i prezzi dei vaccini così come non è pubblico il valore economico dei contratti con le case farmaceutiche. Su questo però Gallina ha chiarito un dettaglio: settimane fa, per errore, erano stati pubblicati i listini dei soldi pagati da Bruxelles secondo cui il prezzo di ogni dose del vaccino AstraZeneca sarebbe di 1,78 euro, inferiore agli oltre 2 euro pagati da Londra per lo stesso vaccino. Il dubbio è stato sollevato in particolare dopo che AstraZeneca ha annunciato dieci giorni fa una riduzione delle dosi di vaccino verso l’Ue, non ridimensionando invece le dosi promesse per il Regno Unito. “Il nostro prezzo è pienamente paragonabile a quello che paga il Regno Unito. Il prezzo pieno per il vaccino di AstraZeneca non è 1,78 euro”, ha smentito la direttrice.
La direttrice della DG SANTE si è poi lanciata in difesa della strategia adottata da Bruxelles che di fatto ha permesso a Paesi più piccoli, “con un budget limitato” e un altrettanto limitato mercato di “trarre vantaggio dagli acquisti della Commissione”, e in sostanza avere dosi a sufficienza per vaccinare le loro popolazioni evitando concorrenza tra gli stessi stati membri.
“Abbiamo superato i 12 milioni di vaccinati in Europa comunitaria” e secondo Gallina “non abbiamo nulla da invidiare a Israele o agli Stati Uniti”. Rimane ottimista per quanto riguarda i mesi a venire, sottolineando che le aziende Biontech e Pfizer stanno aumentando la capacità con due nuovi impianti in Austria e in Germania. Gallina è sicura che l’Ue avrà dosi sufficienti per vaccinare il 70 per cento della popolazione entro l’estate.