Bruxelles – L’implementazione delle reti mobili di quinta generazione (5G) nell’Unione Europea è una delle priorità del semestre di presidenza portoghese e “il Consiglio monitorerà da vicino gli sviluppi”. Parola del ministro portoghese per le Infrastrutture, Pedro Nuno Santos, in audizione ieri (giovedì 28 gennaio) alla commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento UE. “Risponderemo ad alcune delle difficoltà che sono sorte con lo scoppio della pandemia di Coronavirus, che ha causato ritardi nell’attuazione del 5G in diversi paesi dell’Unione“. Secondo il rapporto dell’Osservatorio europeo 5G questa tecnologia è presente in 23 Stati membri dell’UE, più il Regno Unito: non è ancora stato implementato proprio in Portogallo, oltre a Cipro, Lituania e Malta.
Sfumato l’obiettivo del piano di azione del 5G del 2016 di avere questa tecnologia in almeno una città per Paese membro entro la fine del 2020, il ministro portoghese ha ribadito la necessità di implementare la rete di “una tecnologia fondamentale per il futuro dell’UE”, che “permetterà all’Europa di preservare la leadership nell’area digitale”. Rimane allo stesso tempo prioritaria la questione della sicurezza informatica: “Per noi, ciò che è fondamentale è garantire la sicurezza nell’accesso al 5G, indipendentemente dalla provenienza“, ha risposto Santos alla domanda sui possibili rischi con fornitori e produttori cinesi (tra le righe: Huawei). “La presidenza portoghese presenterà al Consiglio Affari Generali di marzo le conclusioni del Consiglio sulla strategia dell’UE per la sicurezza informatica per il prossimo decennio digitale“.