Bruxelles – L’Europa sta giocando d’azzardo. Ha voluto anticipare il resto del mondo sulla sostenibilità e ora è di fronte a un bivio: vincere questa scommessa o perdere faccia e terreno. Per farcela occorre che il meccanismo di ripresa funzioni, non ci sono alternative. Paolo Gentiloni torna a spronare i governi a fare la propria parte. Il commissario per l’Economia sceglie il workshop della direzione generale Ecfin della Commissione europea su “ruolo della politica di bilancio nella mitigazione della crisi COVID” per fare il punto della situazione.
“Abbiamo preso alcuni rischi nell’ultimo anno e due mesi, avendo anticipato la proposta di neutralità al carbonio entro il 2050″. Questo è il primo, sottolinea Gentiloni. A questo, continua, si aggiunge il fatto che “la scorsa estate, durante la pandemia, abbiamo preso una decisione ancora più audace, non di sospendere ma di accelerare questo impegno per il Green Deal e la transizione verde”. L’Europa ce la può fare ad “avere il vantaggio di essere i primi” in questa corsa ad un nuovo modello di sviluppo. “Ma questo dovrebbe essere sostenuto da programmi di sostegno, investimenti, regole che facilitino gli investimenti”. Vuol dire che il recovery fund deve funzionare. “Non è qualcosa che raggiungeremo automaticamente, questa trasformazione delle nostre economie. Abbiamo i nostri piani di ripresa e resilienza, ma dobbiamo adattare e utilizzare le nostre regole di bilancio a tal fine”.
Un esempio lo offre il patto di stabilità e crescita. I suoi parametri e i suoi vincoli sono congelati, la loro applicazione sospesa. La pandemia ha costretto ad adattarsi alla situazione attivando le clausole di fuga. “Sono in vigore fino alla fine di quest’anno”, ricorda Gentiloni. “Ma questo non significa che le disattiveremo dall’1 gennaio 2022. Ritengo che dobbiamo mantenerle per tutto il tempo necessario”.