Bruxelles – La Presidenza portoghese del Consiglio dei ministri UE e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno siglato un accordo sulle risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE) da impiegare nell’ambito del quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea 2021-27. I negoziati tra i due colegislatori hanno portato a un primo accordo sullo stanziamento di 88 miliardi di euro (cifra calcolata sul livello dei prezzi del 2018), che saranno destinati al sostegno dell’occupazione, all’accesso alla sanità e all’inclusione sociale.
L’intesa preliminare, che dovrà essere confermata dal voto formale delle due istituzioni, fissa precisi obblighi di spesa nell’accesso alla sanità e all’istruzione per gli Stati membri in cui il tasso di povertà infantile è superiore alla media europea e nel favorire la formazione professionale per i Paesi il cui tasso di occupazione giovanile supera il 12,5 per cento. Altri vincoli di spesa obbligano i 27 membri dell’UE a destinare una spesa minima nell’assistenza di base alla povertà e nell’inclusione sociale dei gruppi sociali più fragili.
“Oggi è un giorno speciale per l’Europa”, ha dichiarato l’europarlamentare David Casa (PPE) al termine delle 7 ore di negoziati che hanno portato l’accordo a maturazione. “Sono fiducioso sul fatto che questi soldi saranno indirizzati a coloro che ne avranno bisogno: persone rimaste senza un lavoro o che vogliono ampliare le loro competenze, bambini in condizioni di povertà e giovani a cui deve essere data la possibilità di lavorare, studiare e formarsi. Questo è un chiaro esempio di come l’Unione Europea si adopera per generare un impatto positivo nella vita dei suoi cittadini”.
Un risultato che porta a compimento “un lavoro durato circa due anni e mezzo”, ha sottolineato il relatore della proposta per il gruppo dei Socialisti e Democratici Brando Benifei, che si è detto orgoglioso soprattutto la creazione della Garanzia per i bambini che definisce nuovi vincoli di investimento per gli Stati membri in materia di povertà infantile. L’eurodeputato non ha nascosto la complessità dei negoziati, dovuta alle resistenze dei governi “nel ridurre fino all’ultimo i loro obblighi di spesa verso le diverse politiche settoriali”.
Il Fondo Sociale Europeo porta avanti la missione di sostenere l’occupazione e contrastare la povertà da 60 anni. Più recentemente è stato allargato ad altri programmi (trasformandosi così in FSE+), come l’Iniziativa per l’occupazione giovanile (YEI) e il Fondo europeo per l’Aiuto agli Indigenti (FEAD). Si tratta di un’impostazione che, secondo il Ministro per la progettazione portoghese Nelson de Souza, permetterà di “dare un contributo decisivo nel mitigare le conseguenze dell’attuale crisi”.
Negli ultimi giorni, intanto, la Commissione europea ha annunciato l’emissione di un ulteriore pacchetto di obbligazioni sociali del valore di 14 miliardi di euro per sostenere il programma SURE, finalizzato ad aiutare gli Stati membri nel proteggere i posti di lavoro. I primi 10 miliardi di bond dovranno essere rimborsati entro giugno 2028, gli altri 4 entro novembre 2050. L’elevata domanda delle obbligazioni europee da parte degli operatori finanziari, stando a quanto si legge in un comunicato, “ha consentito ancora una volta alla Commissione di ottenere condizioni di prezzo molto buone”. Un pacchetto di 39,5 miliardi di euro è stato già impiegato nel 2020 per dare man forte alle politiche per l’impiego in 15 Stati membri (il programma in totale prevede di stanziare in totale 90 miliardi di euro).