Bruxelles – Chiarezza e trasparenza sulle consegne dei vaccini anti-Covid dentro e fuori Ue. Su questi due principi la strategia vaccinale dell’Ue sembra essere in difficoltà e la Commissione Europea propone un meccanismo di trasparenza e autorizzazione per le esportazioni dei vaccini fuori Ue. Fonti europee dicono che potrebbe essere attivato già domani dopo l’adozione della Commissione ma si tratterà di un meccanismo temporaneo, dunque per ora è previsto che duri fino alla fine del primo trimestre 2021 con possibilità di rinnovo.
Come funzionerà: tutte le imprese che esportano dovranno inviare alle proprie autorità nazionali i loro piani di esportazione, ovvero “cosa esportano, quando e verso chi e in quante quantità”, spiegano fonti Ue. A questo punto le autorità nazionali potranno dare un’autorizzazione oppure rifiutarsi di farlo. “L’autorizzazione o l’eventuale rifiuto devono arrivare in poco tempo, qualche ora, secondo una procedura scorrevole”. Il meccanismo sarà molto simile a quello adottato la scorsa primavera, durante la prima ondata di Covid, “per i dispositivi di protezione individuale, come le mascherine”.
“Non sarà un divieto di esportazione”, precisano le fonti, ma un tentativo di monitorare la trasparenza delle imprese produttrici dei vaccini. L’obiettivo di fondo è fare in modo che tutte le dosi di vaccino prenotate da Bruxelles arrivino negli Stati membri nei tempi stabiliti da contratto di acquisto anticipato. Acquisti che sono stati pagati attraverso il bilancio dell’UE. Se così non fosse, ovvero di fronte a “eventuali incongruenze con le dosi che dovrebbero restare nell’Ue e quello che deve essere esportato” allora in quel caso si potrà intervenire negando l’autorizzazione. Anche se sono gli Stati che devono farlo. Le stesse fonti riconoscono che ai “nostri confini ci sono Stati che stanno agendo con restrizioni sulle esportazioni o addirittura divieti”.
“Siamo in una situazione poco chiara dal punto di vista delle consegne”, ribadiscono e pur non dicendolo chiaramente, l’intervento è per far fronte all’annuncio di problemi con le consegne di AstraZeneca, tanto che per ora il meccanismo è previsto solo fino al primo trimestre 2021 (ovvero l’arco di tempo in cui l’azienda anglo-svedese ha previsto ritardi per i Paesi dell’Ue). In sostanza si cerca di capire il motivo dei ritardi di AstraZeneca, che ancora non sono chiari. “Non vogliamo bloccare nulla”, assicurano dall’Ue. Ma in un certo senso è il modo di Bruxelles di reagire al fatto che la gestione della distribuzione dei vaccini in Europa “non sta funzionando bene” e quindi si cercano soluzioni.
Domani intanto è atteso il parere scientifico dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) sul vaccino di AstraZeneca, sviluppato in collaborazione con l’Università britannica di OXford. Per cercare di porre fine alle tensioni con la società ieri sera si è svolto il terzo incontro della settimana tra il Comitato direttivo per la gestione delle vaccinazioni con Commissione e rappresentanti degli Stati membri e il ceo della farmaceutica, Pascal Soriot. Nonostante i “toni costruttivi” menzionati dalla Commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, non ci sono ancora soluzioni per risolvere il taglio delle distribuzioni per il primo trimestre annunciato da Soriot.
We regret the continued lack of clarity on the delivery schedule and request a clear plan from AstraZeneca for the fast delivery of the quantity of vaccines that we reserved for Q1. We will work with the company to find solutions and deliver vaccines rapidly for EU citizens.
— Stella Kyriakides (@SKyriakidesEU) January 27, 2021