Bruxelles – All’alba del decennio digitale, l’Unione Europea non è disposta ad accettare compromessi sui suoi valori fondanti. E in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali, la Commissione UE ha ribadito l’impegno a tutela dei diritti dei cittadini: “La protezione della privacy fa parte del DNA europeo, anche dal punto di vista online”, ha dichiarato Didier Reynders, commissario per la Giustizia. “Nuove soluzioni digitali come le app di tracciamento possono funzionare solo se le persone si sentono protette e si fidano sull’utilizzo dei loro dati”.
Il 28 gennaio di quest’anno segna il quarantesimo anniversario della Convenzione 108 del Consiglio d’Europa, l’unico trattato internazionale sulla privacy. “Le norme europee sulla protezione dei dati sono diventate il gold standard a livello globale”, ha aggiunto la vicepresidente UE per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová. “Il loro valore è diventato ancora più chiaro durante la pandemia di Coronavirus”, perciò “tali norme sono entrate a far parte della soluzione per affrontare le conseguenze di questa crisi“.
Tuttavia, mentre la Commissione assicura che “nell’Unione Europea i dati personali appartengono al cittadino”, un sondaggio di Eurobarometro riporta che il 45 per cento degli europei vorrebbe avere un ruolo più attivo per controllare l’uso delle proprie informazioni personali. Due cittadini su cinque sarebbero disposti a condividere dati personali in modo sicuro per migliorare la ricerca e le cure mediche, uno su tre per ottimizzare la risposta delle istituzioni alla pandemia.
Today is #DataProtectionDay, 45% of Europeans would like to take a more active role in controlling the use of their personal information#PrivacyAware
Read more in the report of Attitudes towards the impact of digitalisation on daily lives https://t.co/B2rEWPEHkG pic.twitter.com/bRW7FGy6o8
— Eurobarometer (@EurobarometerEU) January 28, 2021
La strategia della Commissione
“Il GDPR [Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati del 2016, operativo dal 25 maggio 2018, ndr] è il trampolino di lancio per l’approccio umanocentrico alle tecnologie digitali“, ha sottolineato il commissario Reynders, che alla Conferenza internazionale su computer, privacy e protezione dei dati di ieri (mercoledì 27 gennaio) si è spinto oltre: “‘Grazie a questa impostazione, l’UE è riconosciuta come l’attore più affidabile al mondo per la privacy online e offline”. Questo significa che Bruxelles “detta gli standard e stabilisce la necessità di avere un’autorità indipendente che vigili sul rispetto della protezione dei dati”, ha continuato Reynders. “Si facilita così il flusso di dati sicuri, un prerequisito per le operazioni aziendali e governative durante la pandemia”.
Definendo le “chiare regole del Mercato unico dei dati“, il commissario ha toccato le principali iniziative del gabinetto von der Leyen sul fronte digitale. “Con il Data Governance Act abbiamo ribadito che l’individualità del cittadino deve essere al centro del quadro giuridico per la condivisione dei dati”. Dal momento in cui “i cittadini europei richiedono un ampio uso di servizi digitali, ma con un alto livello di sicurezza”, questo approccio è stato utilizzato nel delineare le iniziative del Digital Services Act e il Digital Markets Act “nel pieno rispetto del GDPR, la nostra base di partenza”. Di qui si innestano “le responsabilità nel fornire servizi digitali, la limitazione dei rischi per gli utenti e la distinzione tra contenuti legali e illegali”, ha spiegato Reynders. “Proponiamo misure sulla trasparenza, in particolare sulla pubblicità online e gli algoritmi usati per suggerire i contenuti agli utenti”, oltre a “regole sulla tracciabilità nel mercato digitale per aiutare a combattere la diffusione dei contenuti illegali”.
Con questa strategia la Commissione ha stabilito l’approccio per la cooperazione con i partner internazionali: “Ci baseremo sulla sentenza della Corte di Giustizia dell’UE del luglio 2020 che ha invalidato il Privacy Shield, il quale permetteva il flusso di dati tra UE e Stati Uniti senza restrizioni”, ha ricordato il commissario Reynders. “Quando i dati personali viaggiano fuori dall’Europa, devono rimanere al sicuro“. Il primo interlocutore sarà proprio la nuova amministrazione statunitense del presidente Joe Biden: “Lavoreremo con loro per garantire il rispetto della privacy dei cittadini europei online, anche oltre l’Atlantico”.