Una delle industrie che meno ha risentito dell’impatto della crisi economica, causato dalla pandemia da Coronavirus, è senza dubbio quella del gioco online. Se la controparte “fisica” è stata ampiamente penalizzata, con la chiusura prolungata di corner scommesse, casinò e sale gioco, quella virtuale ha continuato a viaggiare a gonfie vele, riuscendo addirittura a fatturare, nel 2020, più dell’anno precedente.
La situazione del mercato del gioco online in Europa non è però uniforme. Possiamo distinguere sostanzialmente tre segmenti all’interno dei quali si inseriscono vari Paesi: ci sono alcuni luoghi in cui il gioco online è legale e regolamentato, altri dove non è possibile giocare e altri ancora che gli addetti ai lavori definiscono “zona grigia”, dove non esiste una normativa specifica.
Tra i Paesi in cui è legale giocare rientra anche l’Italia, dove l’aggiornamento del luglio 2011 prevede che gli operatori possano offrire, ad esempio, giochi da casinò online a patto di essere in possesso di una regolare licenza rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ex AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato). Nel nostro Paese sono molti i portali dove giocare, tra i più noti ricordiamo Betnero e Starvegas: l’importante è assicurarsi che il sito che si intende frequentare abbia la summenzionata licenza di gioco attiva.
Un regime simile, nel quale i giocatori possono giocare soltanto se fisicamente presenti nel Paese, e soltanto contro giocatori connazionali, è in vigore anche in Spagna, Francia e Portogallo. Questi tre Paesi, insieme all’Italia, due anni fa si erano fatti promotori della cosiddetta liquidità condivisa, cioè la possibilità di creare un sistema che unisse il “pool” di giocatori spagnoli, francesi, portoghesi e italiani – progetto dal quale l’Italia si è poi ritirata. Recentemente si è aggiunta anche la Germania, con la legge ratificata nella conferenza annuale dei 16 stati tedeschi.
Al netto di alcuni paesi (pochi ormai in verità) nei quali il gioco online è proibito, esistono poi alcune realtà che non prevedono alcuna normativa e che dunque si collocano in una sorta di area grigia. Questi paesi, come Finlandia, Norvegia e Austria, tecnicamente permettono anche a siti con licenze maltesi o di Gibilterra di operare nel loro territorio. Non solo, questi siti sono raggiungibili a qualsiasi cittadino europeo, che giocandoci potrebbe così violare le norme del proprio paese.
Particolare è, infine, il caso del Regno Unito, da sempre considerato come la patria del gioco d’azzardo in Europa. Lì ad occuparsi del gioco online è la UKGC, acronimo di United Kingdom Gambling Commission, le cui scelte normative sono all’avanguardia e molto diverse rispetto a quelle della maggior parte del resto d’Europa.