Bruxelles – Incentivi finanziari ai cittadini UE per lasciare il Regno Unito. Downing Street ha aperto il programma di rimpatrio volontario per coloro che non hanno intenzione di presentare domanda per l’EU Settlement Scheme, il modulo per ottenere lo status di residente permanente o provvisorio e continuare a vivere nel Regno Unito. L’incoraggiamento a lasciare l’isola si presenta sotto forma di un sostegno economico fino a duemila sterline “per trovare un posto dove vivere, trovare un lavoro o avviare un’attività nel tuo Paese d’origine”, si legge nella pagina dedicata del sito del governo. Il programma esisteva già per i migranti provenienti da altre parti del mondo e, dopo la Brexit, è stato esteso anche ai cittadini europei.
Chi sceglie di rimanere nel Paese ha tempo fino al 30 giugno per presentare la domanda per l’EU Settlement Scheme. In caso contrario, anche i cittadini europei saranno considerati illegali e potenzialmente perseguibili se continuano a vivere o lavorare nel Regno Unito. Sul sito del governo è specificato che “i cittadini UE che possono fare richiesta sono quelli che, al 30 giugno, si troveranno sul suolo britannico oltre il termine del visto o del permesso di soggiorno, oppure che hanno ritirato la domanda di soggiorno o la richiesta di asilo nel Regno Unito”. È necessario fornire al governo solo il proprio indirizzo di residenza UK, l’indirizzo mail e un documento identificativo, oltre a indicare il luogo di destinazione e la data di partenza. L’Home Office (ministero dell’Interno) avrà tre giorni di tempo per dare conferma della ricezione della domanda di rimpatrio volontario e potrebbero essere richieste ulteriori informazioni a supporto della richiesta.
Questo programma del governo solleva dei dubbi sulle dichiarazioni di Downing Street secondo cui i diritti degli europei vulnerabili saranno protetti dopo la Brexit. Secondo il ministero dell’Interno, il programma di rimpatrio volontario è pensato per sostenere le persone che “potrebbero scegliere di non ottenere lo status di residenti o di non voler rimanere nel Regno Unito dopo la scadenza”. Tuttavia, preoccupa il rapporto When the Clapping Stops: EU Care Workers After Brexit del Joint Council for the Welfare of Immigrants (JWCI), che ha avvertito che migliaia di lavoratori europei in settori-chiave dell’economia UK (soprattutto in quello dell’assistenza, ma anche edile, manifatturiero e agricolo) rischiano di perdere il diritto legale di rimanere nel Regno Unito.
In un’intervista a The Guardian, il direttore delle politiche legali di JCWI, Chai Patel, ha avvertito: “La nostra ricerca mi spaventa perché le persone con cui abbiamo parlato erano molto meno vulnerabili di altri gruppi nascosti, in condizioni di sfruttamento lavorativo”. Nonostante gli avvertimenti del rapporto, “il ministero dell’Interno sta nascondendo la testa sotto la sabbia e trova scuse invece di soluzioni”, ha attaccato Patel. “Senza un’azione urgente, il settore dell’assistenza rischia di essere devastato”, ha aggiunto commentando il rapporto che chiede il riconoscimento automatico dello status di insediamento ai cittadini europei. Come risposta il ministro dell’Immigrazione, Kevin Foster, ha accusato il rapporto JCWI di presentare “un’immagine incredibilmente fuorviante della realtà”, perché “a sei mesi dalla scadenza, abbiamo ricevuto quasi 4,9 milioni di richieste per lo status di residente”.