Bruxelles – Prima audizione in commissione Affari esteri del Parlamento Europeo per Stefano Sannino, nuovo segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) nominato lo scorso 4 dicembre dall’alto rappresentate dell’UE, Josep Borrell. Sannino ha riportato agli eurodeputati i punti salienti del Consiglio Affari Esteri di ieri (lunedì 25 gennaio), “un Consiglio straordinariamente ricco, con più di dieci argomenti all’ordine del giorno”, sono state le sue prime parole da segretario generale SEAE.
Con un ricordo a Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito, torturato e ucciso dalle forze di sicurezza egiziane a Il Cairo il 25 gennaio 2016: “Il Consiglio di ieri si è tenuto nel giorno del quinto anniversario dalla sua morte”, ha ricordato Sannino. “I ministri hanno esortato l’Egitto a cooperare con le autorità italiane e ci siamo schierati al fianco della famiglia Regeni per chiedere verità e giustizia”.
Tra Mosca e Ankara
La prima questione discussa è stata quella della detenzione di Alexei Navalny, l’oppositore del presidente Vladimir Putin arrestato all’aeroporto di Mosca il 17 gennaio, e delle violenze della polizia russa contro i manifestanti lo scorso sabato (23 gennaio). “C’è stata una posizione unanime”, ha spiegato Sannino, “chiediamo l’immediato rilascio di Navalny e condanniamo le detenzioni di massa”. Nonostante non ci sia stata “nessuna discussione su possibili sanzioni alla Russia”, questa è comunque “una delle possibilità sul tavolo”. Prima si cercherà di lavorare attraverso il dialogo, sia con il governo che con la società civile: “A inizio febbraio l’alto rappresentante Borrell si recherà in missione diplomatica a Mosca“, ha ribadito il segretario generale dopo l’anticipazione di ieri dello stesso Borrell. “Saremo forti e chiari nel trasmettere la posizione europea riguardo questi eventi, ma anche sui diritti e le libertà nel Paese, prima del Consiglio UE di marzo in cui si parlerà di Russia”.
Sul fronte turco, Sannino ha spiegato agli eurodeputati che “Borrell ha informato i ministri sulla visita della scorsa settimana del ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu, a Bruxelles”. Passi avanti – almeno apparenti – da parte di Ankara per distendere la tensione dell’ultimo anno con l’Unione Europea: “In questa direzione vanno l’esordio del dialogo con la Grecia e il riavvio dei colloqui su Cipro sotto la guida delle Nazioni Unite”. L’UE rimane “attenta osservatrice internazionale”, ma anche “interlocutrice per azioni concrete e sostenibili”, ha ricordato il segretario generale SEAE. Un’apertura cauta da Bruxelles, in attesa di ulteriori sviluppi: “Cercheremo di lavorare per creare un’atmosfera positiva”, ma se la Turchia non dovesse mostrarsi un partner serio “si discuterà anche di sanzioni prima del Consiglio UE di marzo”.
La sfida dei vaccini
Un capitolo a parte l’ha meritato la discussione sulla strategia di distribuzione dei vaccini Covid-19 ai Stati extra-UE. Sannino ha spiegato che “al Consiglio Affari Esteri si è ragionato su come attuare le indicazioni dei leader UE per rendere accessibili i vaccini a Paesi terzi”, una sfida più impegnativa del previsto perché “la distribuzione non procede velocemente come ci aspettavamo”. Ci sono da risolvere questioni logistiche e giuridiche, ma “il messaggio che l’Unione Europea deve assolutamente veicolare è che si vuole evitare che siano solo Paesi come Russia, Cina e India abbiano una diplomazia dei vaccini attiva“.
La strategia europea è quella di fare da ponte fino a quando lo strumento Covax non sarà pienamente operativo: “Avremo un sistema principale di distribuzione con una dotazione finanziaria sostanziosa, grazie ai contributi dei singoli Paesi, ma anche dell’Unione Europea”. Il problema sul breve termine è però poter acquistare le prime dosi per iniziare la strategia di vaccinazione: “Dobbiamo coordinare i lavori con gli Stati membri per destinarli prima di tutto ai nostri vicini del Balcani occidentali e in Africa”, ha ricordato Sannino.
Le due sponde dell’Atlantico
Per quanto riguarda le nuove relazioni con gli Stati Uniti del presidente Joe Biden, Sannino ha ricordato l’importanza dei segnali mostrati sin dai primi giorni della nuova amministrazione: “È fondamentale per noi che abbia deciso di aderire nuovamente all’accordo di Parigi su clima e all’OMS“. Per l’UE sarà anche decisiva “l’opportunità di rivitalizzare i rapporti nella regione del Golfo con l’impegno statunitense, sempre che le preoccupazioni per l’arricchimento dell’uranio in Iran non si dimostrino reali e vanifichino gli sforzi”. L’Unione Europea vuole ritagliarsi un ruolo-chiave a livello globale, “perché con Biden si è creata una nuova situazione dell’arena internazionale: Trump era orientato sul bipolarismo e i rapporti di forza, ora c’è un rinnovato impegno per il multilateralismo”.
Dall’altra sponda dell’Atlantico, oltre la Manica, c’è invece la questione del Regno Unito post-Brexit su cui rimanere vigili: “Siamo aperti alla cooperazione pragmatica per risolvere la materia della difesa, un’area non coperta dall’accordo di Natale”. Ma al momento preoccupa maggiormente il riconoscimento diplomatico della delegazione UE a Londra: “Il suo status deve essere uguale a quello che ha nel resto del mondo. Non possiamo fare concessioni, altrimenti rischieremmo di doverlo fare anche in altri scenari geopolitici”, ha tagliato corto il segretario generale SEAE. “Dopo un periodo di negoziati intensi, serve del tempo di decantazione. Intanto dobbiamo compiere gli ultimi passi per attuare l’accordo, anche qui al Parlamento Europeo”.