Bruxelles – Neanche un mese dall’accordo di Natale e Regno Unito e Unione Europea sono già alle prese con la prima querelle diplomatica. Londra infatti si rifiuta di concedere al portoghese Joao Vale de Almeida, primo ambasciatore dell’UE presso il Regno Unito dalla Brexit, il pieno status diplomatico concesso agli altri ambasciatori, insistendo sul fatto che lui e i suoi funzionari non dovrebbero avere gli stessi privilegi e le immunità garantiti ai diplomatici grazie alla Convenzione di Vienna, il trattato firmato nel 1961 che disciplina in sostanza le norme diplomatiche.
Il governo di Londra non vuole “creare un precedente” trattando un’Organizzazione internazionale con gli stessi privilegi di uno Stato nazionale. In realtà, Bruxelles non si considera e non è considerata come un’organizzazione internazionale. Lo dimostra il fatto che ci siano altri 142 Paesi nel mondo in cui l’Unione ha le proprie delegazioni a cui è concesso lo stesso status diplomatico degli Stati-Nazione. Senza la protezione della Convenzione di Vienna, l’ambasciatore presso l’Ue e il suo staff non possono presentare le credenziali alla Regina d’Inghilterra come gli altri capi missione diplomatici, non godono dell’immunità dalla detenzione, dalla giurisdizione penale e di quella fiscale. In altre parole, le Organizzazioni internazionali non godono della completa immunità diplomatica.
L’Unione Europea non “è un’organizzazione internazionale come le altre”, ha ammonito oggi il capo-negoziatore dell’Ue con il Regno Unito, Michel Barnier, rispondendo a una domanda durante un evento online. “Spero che riusciremo ad alzarci per trovare una soluzione intelligente e oggettiva allo statuto dell’Ue a Londra. Penso che sarebbe molto saggio, a mio avviso, che il Regno Unito trovasse una soluzione intelligente”, ha avvertito.
Secondo le ricostruzioni di BBC, la discussione va avanti da mesi anche se ora si è fatta più urgente la necessità di trovare una accordo tra le parti visto che il periodo transitorio si è concluso. Sarebbe stato lo stesso alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, a mobilitarsi per la causa, scrivendo già a novembre al ministro degli Esteri britannico Dominic Raab per esprimere le sue “serie preoccupazioni” per la faccenda, non nascondendo irritazione. Nella lettera vista da BBC il capo della diplomazia europea motiva questa irritazione perché “gli accordi offerti (da Londra, ndr) non riflettono il carattere specifico dell’UE, né rispondono alle future relazioni tra l’UE e il Regno Unito come un importante Paese terzo”.
Tutte le discussioni degli ultimi mesi tra Londra e Bruxelles si sono concentrate in effetti sul cercare di rendere le relazioni tra UE e Regno Unito “speciali” e in qualche modo privilegiate rispetto a quelle con qualunque altro Stato terzo. Ma per Borrell, la proposta messa sul tavolo da Londra “non costituisce una base ragionevole per raggiungere un accordo”. La questione dovrebbe finire sul tavolo del Consiglio Affari Esteri in programma lunedì 25 gennaio, il primo da quando l’accordo commerciale post-Brexit è stato approvato.
Mentre le polemiche sono ancora in atto, Johnson ha fatto sapere di aver nominato Lindsay Croisdale-Appleby come prossimo ambasciatore del Regno Unito presso l’UE. Prenderà il posto di Tim Barrow, che tornerà a Londra per assumere un altro ruolo diplomatico.