Bruxelles – Da un lato accelerare la vaccinazione negli Stati membri, dall’altro rimanere mobilitati per contenere la diffusione del Coronavirus e delle sue varianti in Europa. I capi di Stato e governo e le Istituzioni europee sono impegnati su questi due fronti e come a inizio pandemia lavorano a un approccio coordinato per evitare azioni unilaterali e divisioni.
Innanzitutto sulla gestione delle frontiere, sia esterne che interne. “Siamo convinti che le frontiere debbano rimanere aperte per mantenere il pieno funzionamento del mercato interno”, sintetizza il presidente del Consiglio, Charles Michel, al termine del Vertice europeo informale in videoconferenza sulla gestione della pandemia che si è svolto questa sera (21 gennaio). Se mantenere le frontiere aperte è un imperativo per la libera circolazione di merci e persone nello spazio europeo, i capi di Stato e governo sono anche “convinti che si debbano prendere in considerazione le restrizioni per i viaggi non essenziali”. Dalla riunione informale di stasera non arrivano decisioni vere e proprie sull’argomento, ma più che altro l’impegno di Bruxelles a lavorare nei prossimi giorni “per una adattamento delle raccomandazioni” già in essere, cercando di mantenere il solito approccio coordinato.
Per Ursula von der Leyen l’Europa è “un’unica zona epidemiologica” e “non ci sono più divisioni tra Stati membri”, e dunque anche richiudere le frontiere sarebbe una misura inutile e superflua (“I virus non si fermano alle frontiere”). Assolutamente fondamentale mantenere funzionante il mercato unico. La questione però è che per mantenere le frontiere interne e esterne aperte, “servono misure mirate che ci mantengano in sicurezza”.
Da qui arriva la proposta della Commissione europea di ridefinire “la nostra mappatura” delle infezioni “per individuare le aree ad alto rischio”. Propone di introdurre una nuova categoria ‘rosso scura’, per evidenziare le aree in cui i tassi di infezione da Coronavirus sono più alti e i viaggi non essenziali dovrebbero essere seriamente scoraggiati se non limitati. Alle persone provenienti da queste aree rosso scure “potrebbe essere richiesto di fare un test prima di partire oppure di fare la quarantena”, anticipa la presidente della Commissione. Le proposte formulate così vagamente in conferenza stampa saranno dettagliate in una comunicazione dell’Esecutivo che arriverà nei prossimi giorni. Ricordando sempre che ogni raccomandazione di Bruxelles sui confini e sui viaggi rimane un atto non vincolante per gli Stati membri, che rimangono gli unici titolari del potere di deciderne.
Dettagli verranno a seguire, ma intanto sembra essersi abbandonata l’idea della cancelliera Angela Merkel – circolata nel pomeriggio – di ricorrere a eventuali chiusure unilaterali se messa di fronte all’irresponsabilità di alcuni Stati membri sulla gestione della crisi.
Accelerare la vaccinazione
I leader europei “vogliono che le vaccinazione vadano più rapide”, ha riferito Michel, “chiedendo che gli impegni presi dai produttori di vaccini per la distribuzione vengano mantenuti”. Il riferimento è ai ritardi di Pfizer e Biontech nella distribuzione delle fiale del loro vaccino anti-Covid negli stati membri. Ritardi che vengono motivati dalle aziende a causa di lavori di ammodernamento del sito industriale di Puurs in Belgio, dove vengono prodotti. La Commissione Ue ha assicurato che i ritardi saranno assorbiti entro metà febbraio e già dalla prossima settimana le consegne torneranno al 100 per cento delle dosi previste per ogni settimana. Sul tema è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte, “Le consegne dei vaccini devono rispettare gli impegni”.
La strategia europea delle vaccinazioni deve procedere in maniera rapida ed efficace. Le consegne dei vaccini devono rispettare gli impegni. La protezione della salute dei nostri cittadini è al centro dell’azione coordinata di governi e @EU_Commission per sconfiggere la pandemia pic.twitter.com/MIWlXMNEZe
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) January 21, 2021
Sulla questione i leader si sono trovati tutti d’accordo. “Alla videoconferenza del Consiglio europeo tutti hanno convenuto che i vaccini devono essere somministrati il prima possibile”, ha scritto il cancelliere tedesco Sebastian Kurz. “Il nostro obiettivo comune è vaccinare quante più persone possibile il prima possibile, a partire dagli operatori sanitari e dalle persone più vulnerabili. Apprezzo il lavoro della Commissione che sta facendo acquisti congiunti di vaccini”, ha detto l’olandese Mark Rutte. “È essenziale accelerare e armonizzare i processi di vaccinazione nell’UE e progredire in un’equa distribuzione delle dosi in tutto il mondo”, il commento dello spagnolo Pedro Sanchez.
A detta di Michel, i leader sembrano aver apprezzato anche la proposta della Commissione di fissare l’obiettivo di vaccinare il 70 per cento della popolazione adulta entro l’estate. Un obiettivo ambizioso, anche viste le difficoltà che tutti gli Stati stanno incontrando a causa dei ritardi di Pfizer.
Troppo prematuro un certificato di vaccinazione
I leader hanno discusso anche della proposta del premier greco di introdurre un “passaporto” con cui tenere traccia delle vaccinazione per favorire la circolazione. Dalla prima riunione di oggi è risultato chiaro che per ora è troppo presto arrivare a una decisione comune. Come spiegato da von der Leyen, il tema del certificato ha due risvolti che vanno distinti e che meritano un dibattito approfondito tra i leader: da un lato il certificato è una semplice documentazione normalmente richiesta a livello medico per le vaccinazioni; ma dall’altro bisogna chiarire per cosa usare questo certificato, se per viaggiare in libertà o altro. Ma ci sono ancora troppe incognite legate al virus per farsene una idea: non si sa se la vaccinazione inibisce la trasmissione del virus nelle persone vaccinate, né per quanto tempo è efficace la vaccinazione. Ma ci sono anche molti interrogativi meno medici e più politici, come la necessità di garantire i diritti di coloro che non hanno avuto accesso al vaccino o di come proteggere i dati personali dei cittadini. In sostanza, discussione in alto mare.
“Il primo passo è raggiungere un accordo sulle caratteristiche tecniche e la standardizzazione della sua forma”, ha ammesso anche il premier greco. “Dovremmo essere pronti per quando la percentuale di cittadini dell’UE che sono stati vaccinati aumenterà”.
Lisbona sospende i voli con il Regno Unito
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha sollecitato gli Stati membri a preparare misure più rigorose e ad accelerare con le vaccinazioni per i rischi legati alle varianti più infettive del coronavirus. In Europa ci si prepara a una nuova ondata, rinforzata dalle nuove varianti che hanno maggiore trasmissibilità. Al termine della riunione con gli altri leader, il premier portoghese Antonio Costa ha deciso di sospendere i voli con il Regno Unito a partire dalla mezzanotte “di sabato per ridurre il rischio di contagio basato su questa variante”. Aggiungendo che è essenziale uno stretto coordinamento nella risposta alla pandemia”.
In view of this situation, @govpt has decided to suspend flights with the UK from 00:00 on Saturday in order to reduce the risk of contagion based on this variant.
Close coordination in the response to the pandemic is essential.— António Costa (@antoniocostapm) January 21, 2021