Bruxelles – Il modello sociale europeo come volano per la ripresa post Covid-19. Nel giorno (mercoledì 20 gennaio) in cui il Parlamento europeo insiste sull’importanza delle misure messe in campo negli ultimi mesi a livello europeo per proteggere i cittadini dalle conseguenze della crisi economica in corso 611 eurodeputati approvano l’allargamento di REACT-EU, lo strumento che copre 47,5 miliardi del piano di ripresa Next Generation EU, ai progetti del FEAD, il Fondo Europeo di Aiuto agli Indigenti. Nei prossimi anni, quindi, gli Stati membri potranno attingere da REACT-EU anche per fornire sostegno alle presone più colpite dall’impatto sociale ed economico della pandemia.
Dal 2014 il Fondo ha fornito ogni anno a 13 milioni di persone cibo, abiti e altro materiale per i servizi essenziali assistendo le persone più bisognose in un percorso di reintegrazione sociale. Lo strumento si è reso necessario in virtù del fatto che con la crisi della Covid-19 la richiesta di cibo presso i banchi alimentari è aumentata del 50 per cento. Il voto ha seguito la discussione nella quale il Parlamento ha preso atto dello scudo che lo stato sociale europeo può fornire per rimediare alle conseguenze più brutali della pandemia.
C’è però anche la consapevolezza di agire con determinazione perché “La pandemia lascerà il segno”, per dirla con le parole della ministra degli Affari europei Ana Paula Zacarias, intervenuta in rappresentanza della presidenza portoghese del Consiglio UE. “Abbiamo chiuso il 2020 con due milioni in più di disoccupati. Dietro questi numeri ci sono delle situazioni personali, delle difficoltà familiari. La pandemia ci ha fatto capire che in Europa ci sono delle vulnerabilità sistemiche soprattutto tra i più svantaggiati”, ha continuato il membro del governo lusitano ribadendo come il pilastro sociale, oltre a essere il focus del semestre portoghese, sarà il filo conduttore della Conferenza sociale europea del prossimo 7 maggio a Porto.
Gli strumenti di sostegno immediato forniti da Bruxelles (tra tutti il programma SURE che ha messo in campo 100 miliardi di euro di prestiti per l’occupazione) hanno evitato le conseguenze più devastanti, ma da più parti si ritiene urgente l’innesco della ripresa economica. “Dobbiamo scongiurare la minaccia di una generazione perduta” ha incalzato il commissario per il lavoro e i diritti sociali Nicolas Schmit, sottolineando l’importanza di non farsi trovare impreparati quando la campagna vaccinale avrà avuto termine. “Anche i governi nazionali devono fare la loro parte, ratificando il quadro di risorse proprie del piano di ripresa e resilienza”.
Una situazione rispetto alla quale i componenti dell’Eurocamera hanno chiesto maggiore rapidità. “I cittadini guardano all’UE come una scialuppa di salvataggio, senza l’UE diversi stati si sarebbero ritrovati nel mezzo di un naufragio”, ha affermato l’eurodeputato Manuel Pizarro (PPE). “Bisogna evitare però che i ritmi burocratici lenti dell’UE a cui spesso siamo abituati non siano incompatibili con l’emergenza nella quale ci troviamo”. Dalla sinistra il richiamo a una definire chiaramente il momento difficile. “Dichiariamo lo stato di emergenza sociale, siamo in una situazione in cui gli stessi volontari sono in difficoltà”, ha tuonato Leïla Chaibi del gruppo della Sinistra Unitaria.
Non sono mancati tuttavia gli inviti a considerare i maggiori rischi che l’economia europea potrebbe affrontare con la produzione ininterrotta di debito. “Spesso si dimentica che c’è l’altra faccia della medaglia, cioè che il debito che non si potrà pagare senza ripresa economica, a meno che non si ricorra al default o all’inflazione” ha dichiarato Johan Van Overtveldt, presidente della commissione bilancio che insieme ad altri colleghi del gruppo dei conservatori si è astenuto sull’inclusione del FEAD nell’orbita degli aiuti erogati da REACT EU.