Bruxelles – Crolla il silenzio sul vaccino russo. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato in conferenza stampa di aver parlato con il presidente della federazione russa Vladimir Putin del vaccino Sputnik V e della possibilità di somministrarlo diffusamente anche in Europa. Secondo quanto dichiarato, Merkel avrebbe dialogato con il Cremlino sulla possibilità di “lavorare insieme nel campo della cooperazione umanitaria, nonostante le grandi e reali politiche differenze”.
L’unico prerequisito sarebbe “l’approvazione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA, ndr)”. La cancelliera ha confermato che la Russia si è già rivolta all’EMA e che ha offerto il sostegno da parte il Paul-Ehrlich-Institut, l’istituto di sanità tedesco, nel fornire un supporto anche burocratico per l’iter di autorizzazione. “Credo che sia una buona cosa. Se c’è l’ok dell’EMA possiamo parlare di una produzione comune e dell’utilizzo di questo vaccino”.
Registrato nei confini nazionali l’11 agosto e sviluppato dagli scienziati del Centro di Epidemiologia e Microbiologia “Gamaleya”, proprio oggi 21 gennaio lo Sputnik V è stato autorizzato per la distribuzione anche dall’autorità nazionale del farmaco in Ungheria. Il Paese magiaro è l’unico nel continente europeo ad averne validato la somministrazione dopo la Bielorussia.
Gli ultimi aggiornamenti sull’apertura al vaccino russo sono arrivati a margine della conferenza in cui Merkel ha parlato della diffusione del contagio del Covid-19 in Germania. “Siamo in una fase difficile della pandemia”, ha detto, mentre il Paese registra quasi 1.000 decessi al giorno per coronavirus. Facendo trasparire qualche segnale di ottimismo per il calo dei contagi e dei nuovi accessi in terapia intensiva la cancelliera si è detta preoccupata per l’impatto delle nuove varianti del virus, questione della quale si discuterà nel vertice del Consiglio Europeo di stasera che si terrà in videoconferenza. Ha inoltre definito l’Unione Europea “un’unica regione” dal punto di vista epidemiologico, lasciando intendere la necessità di un approccio comune.