Bruxelles – L’idea c’è, come pure l’accordo di fondo. Un certificato che possa essere riconosciuto dappertutto senza problemi, uno speciale ‘foglio di via’ per spostarsi liberamente nel territorio dell’UE. Un passaporto vaccinale, che però va sviluppato nella sua fattibilità. Manca il nome del documento, ma sopratutto la natura. I leader dell’Unione si ritrovano per la nona videoconferenza dedicata alle politiche comuni anti-COVID, con una particolare attenzione alle strategia di viaggio. C’è un traccia, che resterà tale. Gli addetti ai lavori non si attendono una soluzione al problema nella riunione di domani (21 gennaio) alle 18.00.
“Non è questo il momento”, ripetono a Bruxelles. Non ci sono i tempi per sciogliere tutti i nodi. Eppure il settore spinge per risposte, se non proprio immediate, quanto più rapide possibile. L’associazione internazionale per il trasporto aereo (IATA) ha scritto una lettera aperta alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per l’attivazione di un sistema digitale di certificazione vaccinale. L’industria mette dunque pressione all’UE, comunque decisa a salvaguardare quanto più possibile l’integrità del mercato unico e delle quattro libertà di circolazione.
Ci sono però ancora troppo interrogativi. Intanto il numero di vaccinazioni è ancora troppo basso, e ci sono Stati membri come l’Ungheria decisi a ricorrere, da soli, a sieri di produzione russa e cinese non autorizzati dall’EMA. A proposito, si farà il punto sulla strategia europea dei vaccini, e ci si attende la conferma del sostegno all’operato della Commissione UE.
Il punto di fondo è che quando si parla di certificati vaccinali serve mutuo riconoscimento di sieri e somministrazioni erché tutto possa funzionare, e la certezza che gli immunizzati non restino portatori sani e, quindi, propagatori del virus. “Allo stato attuale per gli spostamenti restano importanti test e quarantena”, fanno sapere dal Consiglio. “I test restano cruciali se vogliamo continuare a viaggiare”.
Le conclusioni sembrano dunque delineate: impegno a ragionare su un passaporto vaccinale e nel mentre avanti come fatto finora, possibilmente in maniera coordinata. Un po’ come le misure di confinamento, altro elemento centrale della videoconferenza dei leader dell’UE. La situazione varia da Stato a Stato, e ognuno ascolterà cos’ha da dire l’altro. Si va verso diversi regimi restrittivi, nella misura e nella durata. I Paesi Bassi ragionano alla possibilità di coprifuoco da venerdì, gli altri governi scioglieranno la riserva in altri momenti.
Anche la variante britannica del Coronavirus agita animi e agede politiche. I Ventisette cercano un modo per venire a capo di una versione del virus che preoccupa per la velocità di diffusione. Neppure qui si attendono risposte definitive dai leader.