Roma – Al Senato il clima è decisamente più grave, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sa che in quest’aula rischia di più e la fiducia non raggiungerà i 161 voti della maggioranza assoluta. Per questo invita ancora alla responsabilità del momento, precisa, cambia alcuni passaggi dell’intervento fatto ieri alla Camera come le critiche per i ritardi dei cantieri o il riferimento ai rapporti con la Cina particolarmente criticato.
Il premier chiede la fiducia per consentire al governo di proseguire il percorso con un’intesa fino alla fine della legislatura, elogiando i princìpi più nobili della politica e il patto con i cittadini “a cui abbiamo chiesto sacrifici e loro hanno risposto con grande responsabilità: confido che le istituzioni sappiano ripagare la loro fiducia”.
“Aiutateci” ha ribadito, spiegando che l’appello fatto al Parlamento è a quelle formazioni che “si collocano nel solco delle più nobili tradizioni europeiste”. Sono quelle liberali, popolari, socialiste, spiega Conte, “chiedo un appoggio limpido, un appoggio trasparente, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico, che si basi sulla forza e la nitidezza della proposta”.
Oltre le parole alte, come spiegato già ieri, il progetto comprende il rafforzamento della squadra di governo, il cambio di passo e un’accelerazione del programma, l’impegno a promuovere una legge elettorale di impianto proporzionale, l’intenzione di correggere l’impostazione delle competenze tra Stato e Regioni. Confermata anche la decisione di cedere la delega sui servizi di sicurezza uno degli aspetti più contrastati in questa crisi. E sulle sue cause Conte è tornato sulle responsabilità di Italia Viva, spiegando che “non si può cancellare ciò che è avvenuto o pensare di recuperare il clima di fiducia. E’ difficile governare – ha detto – con chi continua a seminare mine e logora il lavoro della maggioranza”.
Appello ai singoli e non solo “perché i numeri in questa fase sono importanti ma ancora di più è importante il progetto politico” spiega il premier deciso ad andare fino in fondo anche a costo di avere una fiducia risicata.
Questa sembra essere la previsione, con una manciata di voti sotto la maggioranza assoluta. Certo lo scarto con i voti contrari, con la maggioranza relativa l’esecutivo può comunque proseguire il suo percorso ma si tratta di una debolezza non solo politica. Una fragilità che può riflettersi anche nel funzionamento degli organi di Palazzo Madama, in particolare nelle commissioni dove l’esecutivo potrebbe perdere la prevalenza per andare avanti.
Sul voto di oggi, confermata l’astensione di Italia Viva, sono stati mobilitati anche tutti i senatori a vita. Un grande sentimento di riconoscenza per Liliana Segre che, non ancora vaccinata e sfidando il Covid, è entrata in aula accolta da un lungo applauso.