La parola “Brexit” è entrata sulla scena della lingua europea otto anni fa come termine che descrive quello che sembrava uno scenario surreale per gli inglesi. Da allora, è diventata la “parola politica del 2016” ed è anche entrata a far parte dell’Oxford English Dictionary oltre che globalmente nei dizionari online, che non la sottolineano più in rosso come termine sconosciuto.
Brexit ha portato con sé altre parole, presentandole in una nuova veste. “Unicorn” è diventato ad esempio un termine usato per screditare i sostenitori della Brexit “irrealistica”. Un altro esempio è ‘backstop’: fino alla fine del 2017, i risultati delle ricerche sul web per “backstop” erano dominati dagli appassionati di sport (soprattutto nel baseball, dove è il muro o la recinzione dietro la casa base che tiene la palla nel campo di gioco). Con la Brexit, è diventato sinonimo di confine aperto tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord – un punto fermo nelle trattative di Brexit.
Breve vocabolario della Brexit
I politici hanno utilizzato diversi termini ricorrenti quando parlano di Brexit – ecco alcuni dei termini chiave:
1. Free Trade – Libero commercio
Con questa parola si indica il commercio libero tra due paesi, dove nessuno dei due lati applica tasse o dazi sulle merci che attraversano le frontiere.
2. Free Trade Agreement- Accordo di libero scambio
Un accordo tra paesi per ridurre, ma non necessariamente eliminare, le barriere commerciali, come ad esempio:
- Tasse che devono essere pagate quando si commercia;
- Limiti alla quantità di determinati beni che possono essere importati;
- Regole su temi come l’igiene o l’etichettatura degli alimenti.
3. Fishing rights and quotas – Diritti e quote di pesca
Regolamentazione su chi può pescare dove e quanto di ogni specie può essere pescato.
4. Level playing field – Condizioni di parità
Un insieme di regole per garantire che un paese, o un gruppo di paesi, non abbia un vantaggio sleale su un altro. Questo può riguardare aree come i diritti dei lavoratori e gli standard ambientali.
5. EU state aid rules – Norme UE sugli aiuti di Stato
Le leggi dell’UE contenute nei trattati che impediscono a un governo di un paese di sostenere le aziende (principio di non intervento) di un altro paese rispetto ai concorrenti di un altro paese. Questo sostegno potrebbe essere finanziario – per esempio, permettendo alle aziende di ottenere prestiti a basso costo, o facendo pagare loro meno tasse.
Come cambierà la lingua inglese dopo la Brexit?
L’inglese è una delle lingue ufficiali dell’UE, insieme ad altre 22, e anche una delle tre lingue di lavoro delle sue istituzioni (con il tedesco e il francese). Inoltre, l’inglese è la lingua straniera più insegnata in Europa, il che è uno dei principali motivi per cui è la lingua più usata nel mondo del lavoro.
Quindi, non solo l’inglese rimarrà una lingua ufficiale – a causa dello status di membri di Malta e dell’Irlanda – ma probabilmente rimarrà anche la principale lingua di lavoro delle istituzioni dell’UE. Tuttavia, l’inglese è usato a livello globale come lingua comune tra nativi di lingue diverse. In altre parole, le conversazioni avvengono in inglese anche se non coinvolgono i madrelingua inglesi. Certo è che, con la Brexit, il numero di persone di madrelingua inglese si ridurrà drasticamente e man mano che le persone andranno in pensione, ci sarà sempre meno influenza e autorità sull’uso dell’inglese in questi contesti. Ciò significa che l’inglese dell’UE si allontanerà dall’inglese britannico a un ritmo più rapido.
L’Inglese Europeo
“L’euro-inglese” o inglese europeo, meno comunemente noto come EU English e EU Speak, è un dialetto inglese basato sul gergo tecnico dell’Unione Europea e sulle lingue native della sua popolazione non madrelingua inglese. L’uso dell’inglese da parte dei non-madrelingua è influenzato dalla loro lingua madre e può portare a variazioni delle frasi in inglese. Vediamo come.
Per esempio, molti europei usano il termine “control” con il significato di “tenere sotto controllo”, perché “contrôler” ha questo significato in francese. Lo stesso vale per “assist”, che significa partecipare (assister in francese, asistir in spagnolo). In altri casi, l’euro-inglese è solo un’estensione ingenua ma non corretta delle regole grammaticali inglesi: molti sostantivi in inglese, la cui forma plurale non si forma con una “s” finale, sono invece usati con la “s”, come “information” che diventa “informations” e “competence” che diventa “competences”.
È probabile che l’euro-inglese continuerà ad essere la lingua franca dell’Unione Europea, e non potrà che crescere ed evolversi, con l’adozione di più frasi da diverse lingue europee. Per meglio comprendere le differenze tra British English e Euro English, puoi parlarne con un insegnante madrelingua prenotando una lezione di inglese online su piattaforme di edtech come Preply.