Bruxelles – Autonomia e sovranità per rilanciare il ruolo dell’Unione Europea a livello globale. Il punto da cui cominciare: l’ambito tecnologico e digitale. La conferma arriva dai maggiori attori del settore, tra cui Microsoft, Ericsson e Nokia, durante una conferenza organizzata oggi da Forum Europe, Europe in the digital age. Al centro dell’evento, la strategia di sovranità digitale dell’Unione Europea e le sue potenzialità nel prossimo futuro, a partire dal Digital Services Act varato dall’Unione Europea il 15 dicembre 2020.
“Questo intervento di politica comunitaria arriva in un momento in cui la tecnologia ha dimostrato pienamente quanto sia fondamentale nella vita di tutti i giorni dei cittadini”, ha esordito il vicepresidente per gli Affari europei di Microsoft, Casper Klynge. “L’Europa deve cercare di raggiungere l’autonomia in questo settore perché, così facendo, può porre le basi dei valori per l’uso delle nuove tecnologie“. Intelligenza artificiale in primis, come ha ribadito il capo degli Affari europei di Ericsson, Karl Pihl: “Concentrandosi su ciò che già si può mettere in pratica sul suolo comunitario, l’Unione può sviluppare infrastrutture come fibra e 5G per dispiegare tecnologie all’avanguardia sicure”. In questo modo “Bruxelles sarà credibile ovunque nel mondo”.
Leo Baumann, capo dell’ufficio di rappresentanza UE di Nokia, ha voluto rafforzare così il concetto: “Dobbiamo eliminare le fragilità e le dipendenze troppo forti che ancora oggi l’Europa ha con l’esterno”. Una pratica comune nel mondo della tecnologia, “necessaria per metterci in una posizione di forza nell’approvvigionamento di materie prime e nello sviluppo delle nuove infrastrutture e tecnologie“. È evidente che l’UE “non potrà essere leader dovunque”, ma “almeno in queste aree fondamentali può già esserlo, o comunque non dipendere dall’esterno”. Cosa significa nella pratica? “La diversificazione delle nostre capacità”, spiega ancora Baumann. “Per esempio, nella produzione di semiconduttori, il mercato non può reggersi senza le aziende olandesi, nonostante le componenti siano prodotte a Taiwan”. Questo perché “il livello di ricerca e sviluppo non ha pari al mondo”.
La sintesi, secondo le aziende IT, è che “all’estero rispetteranno l’Unione Europea come arbitro nel settore digitale, solo se sarà un attore fondamentale a livello globale”. Come si è visto in un altro ambito, quello sanitario: “Per quanto riguarda la vaccinazione al Covid-19, siamo diventati credibili in tutto il mondo perché siamo rimasti compatti e l’Unione ha risposto con una strategia di distribuzione chiara e precisa”, ha concluso il capo dell’ufficio di rappresentanza di Nokia. “Non possiamo dire agli altri come fare, se non dimostriamo di essere attori chiave nel mercato, sia per quanto riguarda lo sviluppo delle tecnologie, sia nella protezione dei dati”.
Uno degli interlocutori dell’Unione Europea sarà la nuova amministrazione statunitense del democratico Joe Biden. Secondo Klynge di Microsoft “ci sarà un’intensa ripresa del rapporto transatlantico, anche a livello tecnologico”. Tuttavia, “è fondamentale che sia Bruxelles a impostare un dialogo su quelli che sono i suoi valori di primaria importanza: la sicurezza dei dati degli utenti online, l’approvvigionamento delle materie prime e lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia sicure”. Per questo motivo, un’altra delle preoccupazioni è che “l’Unione abbia il pieno controllo delle tecnologie e dell’utilizzo dei dati creati sul suolo comunitario”, perché “l’industria dei dati europei è di cruciale importanza a livello globale”. Microsoft, come le altre aziende, ha espresso la sua “piena intenzione ad allinearsi alle decisioni dell’UE“.
Pihl di Ericsson ha però espresso la richiesta al Parlamento Europeo di “adottare un approccio bilanciato sulla sovranità digitale”, cioè “non sviluppare un atteggiamento protezionistico, ma controllare ciò che succede sul territorio comunitario e capire che tipo di leadership può assumere nel mondo, mantenendo un mercato aperto”. A questa richiesta ha risposto Maria Manuel Leitão-Marques, vicepresidente della commissione del Parlamento UE per il Mercato interno e la protezione dei consumatori. “Non rinunceremo mai alla cooperazione globale”, ha assicurato, “ma non possiamo più permetterci di dipendere dall’estero per la nostra sicurezza”. L’eurodeputata di S&D ha raccolto la sfida delle aziende per l’anno che apre il decennio digitale: “È la capacità di decidere il proprio destino a impostare la cooperazione globale, non la mancanza di alternative. Perciò per l’Unione è così importante portare fino in fondo l’impegno per l’autonomia strategica”.