Bruxelles – Il premier estone Jüri Ratas ha presentato le sue dimissioni dopo essere stato indirettamente coinvolto nelle indagini relative a uno scandalo di corruzione nel suo Paese.
Secondo le informazioni dei media nazionali il caso riguarderebbe il prestito di 39 milioni di euro che l’agenzia di credito di Stato KredEx ha concesso per il progetto di sviluppo immobiliare dell’area portuale della capitali Tallin della società “Porto Franco”, nonostante i fondi fossero riservati alle imprese gravemente colpite dagli effetti della pandemia di Covid-19. I principali sospetti deriverebbero dal legame tra Hillar Teder, proprietario di Porto Franco e noto donatore del il Partito di Centro, la compagine politica a cui appartiene Ratas, il consulente del Ministero delle Finanze estone Kersti Kracht e il segretario dello stesso Partito di Centro Mihhail Korb.
Ratas si è subito chiamato fuori dalla situazione, dichiarando di non aver partecipato a nessuna decisione iniqua e garantendo l’assenza di alcuna influenza illecita da parte degli altri componenti del governo sull’erogazione del prestito . Ciononostante il primo ministro, ha ritenuto di assumersi la responsabilità politica dell’accaduto rimettendo il suo incarico per “allontanare le brutte ombre” sull’operato di governo e per creare le condizioni giuste per il lavoro delle autorità giudiziarie.
Dimettendosi Ratas ha fatto cadere l’intero governo estone che, oltre dal Partito di Centro, è sostenuto anche dagli estremisti di destra del partito EKRE (da cui proviene proprio il Ministro delle Finanze) e dai conservatori di Isamaa. Il presidente della Repubblica Kersti Kaljulaid ha ora chiesto alla leader del partito riformista Kaja Kallas di formare entro 14 giorni un nuovo governo, ma non è detto che quest’ultima possa raccogliere una maggioranza parlamentare sufficiente per governare.
Bisogna fare presto, soprattutto in vista dei passaggi fondamentali richiesti per l’attivazione del piano di ripresa post-pandemica Next Generation EU. Stando alla bozza presentata dal governo a ottobre 2020 l’Estonia riceverà 1,1 miliardi di euro dal fondo di ripresa e resilienza (che supereranno il miliardo e mezzo con il sostegno degli altri programmi di finanziamento). L’ipotesi peggiore sarebbe uno scioglimento anticipato delle camere e un ritorno al voto. Uno scenario del genere potrebbe bloccare la ratifica, necessaria da parte di tutti i Parlamenti dell’UE, per le nuove risorse proprie della Commissione europea, necessarie per finanziare la ripartenza dell’economia europea.