Bruxelles – Agroecologia, rotazione delle colture e cattura del carbonio dal suolo. Ma anche aumento dei terreni biologici, riduzione di fertilizzanti e l’uso di additivi per mangimi per ridurre la quantità di metano. Sono queste alcune delle potenziali pratiche agricole che potrebbero essere finanziate dall’Unione Europea attraverso gli eco-schemi della nuova PAC, la Politica agricola comune, ovvero la più grande fonte diretta di sussidi per il settore primario in Europa. Guardando al nuovo esercizio finanziario (2021-2027) si parla di risorse per quasi 390 miliardi di euro, distribuite per circa 9 milioni di agricoltori europei.
La Commissione Europea ha pubblicato oggi un esempio di pratiche agricole che potrebbero essere finanziate da Bruxelles attraverso le risorse della nuova PAC. Una delle grandi novità di questa riforma della Politica agricola comune è infatti che gli Stati membri dovranno inviare entro l’anno alla Commissione Europea dei piani nazionali, in cui definiranno le modalità con cui intendono incontrare gli obiettivi dell’Ue in materia di sostenibilità. La lente della Commissione dovrà valutare i risultati raggiunti dagli Stati, e non soltanto la loro conformità alle norme dell’UE.
The EC published a list of agricultural practices that eco-schemes could support in the future #CAP.
This list aims to contribute to the debate around the CAP reform and help MS to make the best use of this new instrument in their national #CAPplans:https://t.co/0oOxXaj7x6 pic.twitter.com/ArsNZvRBlE— Janusz Wojciechowski (@jwojc) January 14, 2021
Allinearsi con il Green Deal
Dietro proposta della Commissione europea, gli eco-schemi saranno introdotti nella nuova PAC come strumento per sostenere economicamente gli agricoltori che scelgono di essere più ambiziosi in termini di tutela dell’ambiente e azione per il clima. Una sorta di ‘architettura verde’ intorno alla PAC pensata per favorire la transizione e le pratiche più verdi. In sostanza, si cerca un allineamento con gli obiettivi del Green Deal e l’agricoltura contribuisce a circa il 10 per cento delle emissioni di gas serra dell’UE.
Per ora i negoziati sono in corso con il Parlamento europeo che spinge perché almeno il 30 per cento degli aiuti diretti (il primo pilastro della PAC) sia destinato a questi eco-regimi, mentre il Consiglio dell’UE si accontenta del 20 per cento. La nuova PAC dovrebbe entrare in vigore nel 2023, dopo due anni di regolamentazione transitoria.
La proposta di base su cui si sono avviati i negoziati a Bruxelles risale al 2018, con la precedente Commissione europea a guida Juncker, quando il commissario per l’Agricoltura era l’irlandese Phil Hogan, ex commissario dell’attuale collegio von der Leyen. Una proposta che è stata lanciata quindi quando il Green Deal ancora non era la politica portante della Commissione europea, che l’esecutivo sta cercando di trasformare in una strategia economica. Per questo richiede alcuni aggiustamenti per riportarla in linea con il Patto verde per l’Europa.