Bruxelles – Tempistiche, dosi, quantità e ritardi. Ma anche presunti contratti bilaterali siglati dagli Stati membri con i produttori di vaccini per assicurarsi dosi extra, fuori dal piano europeo. Gli eurodeputati della commissione Ambiente e Salute hanno interrogato oggi su tutti questi punti la direttrice generale della Direzione generale Salute e sicurezza alimentare della Commissione, Sandra Gallina, a capo delle negoziazioni con le case farmaceutiche per le forniture di vaccini per conto del Berlaymont.
“Dal mio punto di vista, sulla base di quanto mi è stato detto, questi presunti contratti bilaterali stipulati dagli Stati membri non esistono”, ha precisato la dirigente, chiarendo che la Commissione Europea non è mai stata a conoscenza delle iniziative bilaterali promosse dagli Stati membri, a partire dalla Germania per proseguire poi con Cipro e Danimarca. Aggiunge che “anche se questi presunti contratti individuali esistessero, le quote prenotate dall’Unione Europea hanno la precedenza e dunque verranno distribuite prima”, come a voler minimizzare l’accaduto e ponendo l’attenzione sul fatto che grazie ai negoziati della Commissione ogni Stato avrà in ogni caso dosi sufficienti per vaccinare tutti i suoi cittadini. Per la direttrice Gallina “lo spirito europeo” ha prevalso in questo modo, anche se “in alcuni casi sembra che sia stato messo da parte”. Nella sostanza, per la Commissione l’importante è aver raggiunto quote sufficienti per vaccinare tutti, senza discriminazioni.
“Alcuni si aspettavano di poter comprare più dosi”, aggiunge rivendicando il fatto di aver “acquistato l’acquistabile”. Sulle quantità negoziate dalla Commissione per conto degli Stati membri “abbiamo comprato tutte le dosi che potevamo comprare”, ha assicurato. Con le due dosi a persona necessarie sia per il vaccino Pfizer-BioNTech che per Moderna, “abbiamo già abbastanza vaccini per 380 milioni di europei”, ovvero l’80 per cento della popolazione europea (oltre 446 milioni di individui) in quanto le dosi acquistate dall’UE sono 760 milioni (600 di Biontech-Pfizer e 160 di Moderna). Questo al netto del fatto che tutti i cittadini europei in tutti gli Stati membri decidano di vaccinarsi, cosa inverosimile. Le dosi prenotate dalla Commissione che avanzeranno saranno ridistribuite sempre seguendo una logica proporzionale.
I contratti siglati dalla Commissione “prevedono consegne più importanti da aprile in poi. Per il primo trimestre dell’anno abbiamo delle dosi, non sono tutte quelle che avremmo voluto avere, ma sono quelle che abbiamo negoziato”, ha precisato riconoscendo anche che “ci sono stati dei problemi iniziali ma ora stanno arrivando regolarmente agli Stati membri”. Logistica, responsabilità e strategia vaccinale degli Stati membri è affidata in pieno a questi ultimi. La Commissione intende “sorvegliare” i piani di vaccinazione degli stati membri attraverso un sistema di monitoraggio chiamato Tessy (The European Surveillance System) sviluppato nel quadro dell’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il . Gli stati dovranno comunicare periodicamente lo status di avanzamento delle vaccinazioni nazionali, in modo da poter sorvegliare il quadro completo.
Il Parlamento europeo ha organizzato l’audizione per chiedere maggiore trasparenza sui contratti siglati dalla Commissione Europea per conto degli Stati membri, di cui non si conoscono dettagli specifici: ad esempio sui costi di questi vaccini e dunque anche sulle ragioni che hanno spinto l’esecutivo a puntare su un vaccino più che su un altro. A tal proposito, ieri la commissaria alla Salute, la cipriota Stella Kyriakides, ha dato al Parlamento europeo il testo del contratto con CureVac, chiedendo anche alle altre case farmaceutiche di fare lo stesso. La Commissione però si difende dicendo che per rendere pubblici dettagli e dati dei contratti serve “l’autorizzazione” delle aziende. Il testo del contratto con CureVac è ora a disposizione degli eurodeputati che potranno visionarlo nei dettagli.
Per ora l’Ue ha autorizzato all’immissione in commercio due soli vaccini – Moderna e Pfizer-Biontech – su una rosa di sei contratti finora stipulati. Di questi, “l’efficacia è maggiore di quanto ci si sarebbe aspettati, sono buoni vaccini”, si è detta soddisfatta la direttrice della DG. Mentre questa mattina era in corso l’audizione di Gallina, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha fatto sapere di aver ricevuto la richiesta di autorizzazione al commercio da parte di AstraZeneca e che il via libera al suo vaccino (già in uso nel Regno Unito) potrebbe arrivare entro il 29 gennaio.
La Commissione europea ha concluso i colloqui preliminari con la società francese Valneva sull’acquisto anticipato del suo potenziale vaccino per 30 milioni di dosi, con l’opzione di sbloccarne ulteriori 30 milioni.
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Nel frattempo l’Ue sta ancora cercando di concludere un accordo di fornitura con la società statunitense Novavax, con la quale ha concluso i colloqui esplorativi il 17 dicembre per almeno 200 milioni di dosi. “Speriamo di poter acquistare dosi di Novavax”, ha detto Gallina. Se entrambi i contratti venissero chiusi, la Commissione avrebbe a disposizione 8 potenziali vaccini contro il Covid.