Bruxelles – Un’occasione per allentare la cinghia. Nel terzo trimestre del 2020 la propensione al risparmio nell’UE è calata in modo significativo, stando alle ultime rilevazioni Eurostat. Tra luglio e settembre i risparmi delle famiglie hanno raggiunto una quota pari al 17,3 per cento del reddito percepito. Si tratta della seconda percentuale più alta del tasso di risparmio dal 1999, che però si allontana dal dato storico del secondo trimestre del 2020, periodo in cui le famiglie europee erano arrivate ad accantonare in media circa un quarto del proprio reddito.
Il minore ingrossamento del salvadanaio si spiega soprattutto con l’aumento della spesa individuale. Il ritorno al lavoro e la coincidenza con le vacanze estive hanno inciso nell’infondere, almeno temporaneamente, una dose maggiore di fiducia nei consumatori e a modificare le loro preferenze rispetto ai mesi più incerti della prima fase della pandemia di Covid-19. Il dato è coerente anche con la spesa legata all’investimento nell’acquisto o nella ristrutturazione delle abitazioni, il cui rapporto rispetto al reddito disponibile è risalito all’8,8 per cento a fronte del 7,9 per cento del trimestre aprile-giugno.
Non si può parlare di una vera e propria ventata di ottimismo, invece, per le imprese europee. I maggiori profitti conseguiti per il secondo trimestre consecutivo, non hanno convinto la media degli imprenditori europei a spingersi troppo nella spesa per investimenti. A giocare a sfavore, ovviamente, la situazione di incertezza legata alla fine della pandemia e il timore di un nuovo colpo inferto all’economia da parte di una “seconda ondata” del contagio di Covid-19.
La spesa in immobili e in attrezzature finalizzate alla produzione è aumentata solamente di un decimale rispetto al secondo trimestre, raggiungendo il 23,3 per cento. Numeri lontani rispetto ai picchi prossimi al 26 per cento osservati in alcuni trimestri del 2019, che tuttavia, dice Eurostat, sono stati influenzati a livello globale dall’applicazione delle innovazioni relative alla proprietà intellettuale.