Bruxelles – I contenuti pubblicati online che inneggiano o contribuiscono alla diffusione del terrorismo, dovranno essere rimossi immediatamente dalla piattaforma che li ospita. Un obbligo che non era stato esplicitato finora in nessuna legge dell’Unione Europea. Questa è la principale novità della bozza di regolamento approvata dalla commissione parlamentare per le libertà civili e gli affari interni (LIBE) lunedì 11 gennaio. Il testo, proposto dalla Commissione a fine 2018 e oggetto di un accordo interistituzionale tra Consiglio e Parlamento europeo a dicembre 2020, è stato approvato da 54 eurodeputati a fronte di 13 contrari e un astenuto.
L’obiettivo principale è stroncare sul nascere tutti i tentativi attuati dalla propaganda terroristica sulla rete per mettere a segno nuovi colpi e per garantirsi nuovi affiliati. Messaggi, immagini, video e dirette social che inducono in qualsiasi modo all’azione terroristica o che impartiscono istruzioni sulla creazione di armi o esplosivi dovranno essere rimossi appena possibile dalle piattaforme sulle quali sono pubblicati. In alternativa, la rimozione dovrà avvenire non più tardi di un’ora dalla richiesta delle autorità nazionali competenti, che tra l’altro potranno annullare la rimozione del contenuto qualora la condotta delle piattaforme online sia giudicata in contrasto con il rispetto dei diritti fondamentali come la libertà di espressione. Un quadro normativo che ricalca quello attualmente concepito dal Digital Services Act, la nuova proposta della Commissione per intervenire nella politica di moderazione dei contenuti online.
Eccezioni riguarderanno i contenuti in tema di terrorismo diffusi a fini artistici, didattici, di informazione e di sensibilizzazione sociale. Non saranno suscettibili di moderazione neanche i contenuti pubblicati per esprimere delle critiche nell’ambito di un dibattito pubblico.
La versione attuale della bozza non attribuisce alle società di internet alcuna responsabilità nel rintracciare e monitorare i contenuti che favoriscono la diffusione del terrorismo, né esiste l’obbligo di configurare un sistema automatizzato di filtraggio dei contenuti. Si tratta di vuoto che è stato criticato da più parti nel mondo dell’informazione. Piena libertà, dunque, sugli strumenti e sulle modalità con cui estirpare i contenuti pericolosi.
“Abbiamo raggiunto un successo importante nello stabilire un tempo massimo entro cui piattaforme come Google, Facebook e Twitter devono intervenire per rimuovere dai loro siti i contenuti terroristici una volta che saranno segnalati”, ha affermato l’eurodeputato dei popolari Javier Zarzalejos (PPE) . “La propaganda terroristica ha giocato un ruolo determinante in numerosi attacchi che hanno riguardato l’Europa. La differenza tra un video pubblicato da un’ora, e uno pubblicato da tre o ventiquattro ore sta nelle milioni di visualizzazioni che può raggiungere. Con queste nuove regole fermiamo la possibilità per i terroristi di usare internet per radicalizzare, reclutare e invitare alla violenza”.
Concluso il lavoro nelle commissioni parlamentari la bozza continuerà l’iter di approvazione formale in Parlamento e in Consiglio.