Bruxelles – Piatti, bicchieri, posate e coppette monouso. Ma a base di carta riciclabile. È questa la svolta green che potrebbe rendere l’Unione Europea ancora più virtuosa da un punto di vista ambientale. Secondo uno studio di Ramboll (società di consulenza indipendente della Commissione Europea) gli imballaggi a base di carta monouso hanno un impatto più sostenibile per l’ambiente rispetto alle stoviglie riutilizzabili, come plastica, ceramica, vetro e acciaio nell’uso in ristoranti a servizio rapido.
Lo studio commissionato e pubblicato dalla European Paper Packaging Association (EPPA) si è basato sulla valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA), sia dei prodotti usa e getta a base di carta e cartone, sia di quelli riutilizzabili. Nonostante sia consolidata la percezione comune che le stoviglie multiuso abbiano un impatto ambientale minimo, Ramboll ha analizzato le prestazioni ambientali in un anno dei contenitori per alimenti e bevande usati comunemente da ristoranti a servizio rapido e imprese che si sono dovute adattare all’emergenza Covid-19 con servizi take-away e delivery. Lo studio si è basato su emissioni di CO2, consumo di acqua, produzione di particolato fine, esaurimento dei fossili e aumento dell’acidificazione terrestre.
I risultati, secondo Ramboll, sono eloquenti: le stoviglie riutilizzabili hanno generato il 177 per cento in più delle emissioni di anidride carbonica rispetto al sistema monouso basato su carta, il 267 per cento in più di consumo di acqua e più del doppio della produzione di PM2,5 (+132 per cento). A questo si aggiunge un aumento del 238 per cento dell’esaurimento delle risorse carbon-fossili e quasi il doppio dell’emissione in atmosfera di sostanze come ossido di azoto. Queste prestazioni si spiegano con il consumo di acqua ed energia nelle fasi di lavaggio e asciugatura delle stoviglie riutilizzabili, anche quando vengono applicate tecnologie di igienizzazione all’avanguardia.
Le perplessità maggiori sull’uso di stoviglie monouso si concentrano di solito su due aspetti: produzione e fine vita. Prima di tutto, l’EPPA certifica che i suoi membri producono la totalità delle proprie stoviglie e imballaggi di carta monouso sul suolo comunitario da foreste gestite in modo sostenibile, attraverso pratiche di riforestazione. In secondo luogo, considerando i dati Eurostat, l’Unione Europea ha un tasso di riciclo di carta e cartone dell’86 per cento (il materiale di imballaggio migliore su questo fronte). Analizzati questi fattori, i prodotti monouso in carta si configurano come una delle soluzioni più sostenibili all’interno di una logica di economia circolare: possono essere riutilizzati fino a sette volte per la produzione di carta o cartone e il sottile strato di plastica che contengono (circa 0,5 grammi di polimeri in un bicchiere, rispetto ai 40 grammi di uno in plastica multiuso) è altrettanto riciclabile.
A partire da questi dati, l’European Paper Packaging Association illustrerà alla Commissione Europea la conformità dei propri prodotti con gli obiettivi della politica del Green Deal, che punta a raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050. I punti di forza ruotano attorno alle valutazioni del ciclo di vita e delle prestazioni ambientali degli imballaggi, proprio nel momento in cui il confronto sui rifiuti di imballaggio e sul monouso è all’apice dell’interesse delle politiche UE. “Questa ricerca dimostra che il monouso di carta è migliore per il clima e non aggrava lo stress idrico, sempre più un problema in molti Paesi europei”, ha sottolineato Antonio D’Amato, presidente di EPPA. Gli ha fatto eco Hans van Schaik, amministratore delegato di EPPA: “Favorire piatti riutilizzabili nei ristoranti con servizio rapido porterebbe a significativi impatti negativi sul cambiamento climatico e il consumo di acqua dolce”.