Roma – La crisi è ormai a un passo e sarà difficile far capire i perché a Bruxelles. Tanto più che questa sera (martedì 12) il nuovo piano di ripresa nazionale ricalibrato e con una dotazione di quasi 223 miliardi di euro sarà approvato dal Consiglio dei ministri e prenderà dunque il via ufficiale, con il passaggio in Parlamento e la consultazione con categorie e parti sociali.
Uno stop al governo per ragioni, o pretesti fuori da questo perimetro dunque risulterebbe ancora di più incomprensibile anche alla luce del voto nel Parlamento europeo sul nuovo regolamento per l’uso delle risorse del Recovery fund e dunque su un percorso ormai avviato a livello comunitario.
Nel braccio di ferro con Giuseppe Conte, ormai in corso da diverse settimane, il paletto imposto da Italia Viva è quello della “discontinuità”, che tradotto dal politichese (modalità tornata ultimamente in grande stile) significa che Renzi vuole le dimissioni di Conte prima di negoziare un nuovo esecutivo, con l’obiettivo di metterlo ai margini. Anche dopo l’approvazione del Recovery nazionale (che accoglie molte richieste dei renziani), le due ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti continuano a minacciare le dimissioni, mossa che costringerebbe il premier a rimettere il mandato nelle mani del presidente Sergio Mattarella.
A criticare con parole dure una crisi al buio il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti secondo cui quello che si sta compiendo “è un grave errore politico. Il Pd continua a chiedere un rilancio di governo ma una cosa è chiedere di rafforzarlo un’altra è farlo cadere o provocare una crisi che il 99% italiani non capisce”. Anche per il Movimento 5 Stelle “sarebbe inspiegabile e non solo con la pandemia in corso – dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – ma anche perché siamo nell’anno della presidenza del G20 e in Italia ci sarà anche la conferenza mondiale sulla salute”.
La tensione resta molto alta vista anche l’impossibilità per tutti gli alleati di sostituire Giuseppe Conte. Escalation confermata anche da fonti di Palazzo Chigi secondo cui se Renzi dovesse sfilarsi, sarebbe impossibile un nuovo governo con il sostegno Italia Viva.
La crisi aprirebbe un vuoto e un’incertezza in un momento molto delicato e questo non fa che aumentare la preoccupazione tra i commissari europei. Oltre alla impegnativa partita del piano nazionale di ripresa, a mettere in allarme Bruxelles ci sono i diversi dossier aperti degli aiuti di Stato, ultimo dei quali quello che riguarda l’Alitalia su cui molte criticità sono state segnalate dalla direzione generale Competition.
La richiesta di chiarimenti riguarda in particolare la reale discontinuità tra vecchia e nuova compagnia, così come presentate nel piano del governo. “Il dialogo con l’Italia prosegue” ha risposto Arianna Podestà, portavoce della Commissaria Margrethe Vestager, durante il briefing quotidiano con la stampa.