Bruxelles – Un imperativo che serve ad abbattere un dramma che nell’UE riguarda 400 mila morti premature all’anno e due casi su tre di eutrofizzazione delle acque (il fenomeno causato dalla presenza elevata di inquinanti che provoca la morte di molti pesci): attuare tutti gli impegni concordati nella direttiva sulla riduzione delle emissioni del 2016 e previsti dal Green Deal da parte dei 27 Stati membri permetterebbe di ottenere entro il 2030 il 55 per cento in meno delle morti causate dall’inquinamento dell’aria nel 2005 nell’UE. Lo dichiara la Commissione nella seconda relazione sulle prospettive per la qualità dell’aria, con cui l’esecutivo europeo fornisce un quadro sui progressi della qualità dell’aria e mostra i possibili traguardi da raggiungere nell’ottica della creazione di un’Europa a impatto climatico zero entro il 2050.
Nella relazione la Commissione specifica gli Stati chiamati in causa per la riduzione delle principali sostanze inquinanti: il particolato PM2.5, gli ossidi di azoto (per cui la Commissione richiede a 15 Stati, tra cui l’Italia, di ridurre del 30 per cento le emissioni), i composti organici volatili non metanici, l’ammoniaca (per cui nella relazione si ravvisa negli ultimi quindici anni una riduzione quasi nulla).
A eccezione dei mancati progressi rispetto alla decisa riduzione della quantità di ammoniaca, fortemente ostacolati dall’uso dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura, secondo la relazione gli Stati membri sono ancora in tempo per beneficiare di risultati notevoli in termini di tutela della salute degli individui più esposti ai danni dell’inquinamento atmosferico (in particolare bambini e anziani) e di la tutela della biodiversità.
Nel lungo termine la Commissione pronostica, inoltre, un impatto positivo anche in termini economici. La minore spesa in ambito sanitario dovuta alla minore insorgenza di patologie croniche legate all’inquinamento dell’aria, è il primo effetto che il conseguimento degli obiettivi ambientali avrebbero sui bilanci nazionali. Gli studi empirici su cui si basa la relazione indicano un aumento del prodotto interno lordo dell’UE dell’1,3 per cento entro il 2050.
“Questa relazione invia un messaggio chiaro”, ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, commissario responsabile per l’ambiente. “Un’ulteriore riduzione dell’inquinamento atmosferico consentirebbe di salvare più vite umane e di ridurre la pressione sugli ecosistemi, oltre a essere economicamente fondata. È fondamentale – aggiunge il commissario – che tutti gli Stati membri attuino pienamente le misure concordate e pianificate e intensifichino gli sforzi per affrontare il problema delle emissioni”.