Bruxelles – Ben vengano i vaccini anti-COVID e le autorizzazioni per la loro messa in commercio, ma in Parlamento europeo crescono i malumori per essere tagliati fuori dai processi decisionali su un tema tanto delicato quanto fondamentale. Si contesta all’esecutivo comunitario la carenza di informazioni e da più parti adesso si inizia a chiedere conto. I primi a pretendere trasparenza sono i liberali europei. “L’approvazione di un secondo vaccino è una buona notizia e conto sull’Agenzia europea del farmaco (EMA) per spiegare chiaramente le sue decisioni e il calendario per i prossimi vaccini”, fa sapere il presidente del gruppo Renew Europe, Dacian Ciolos. “Chiederò un dibattito al Parlamento europeo sul processo di vaccinazione”.
Se Ciolos si rivolge all’EMA, il presidente della commissione Ambiente e Salute, Pascal Canfin, se la prende con l’esecutivo comunitario. “Ho chiesto alla Commissione di migliorare la trasparenza delle decisioni prese. In effetti, lo abbiamo già chiesto più volte”, lamenta, e chiede dunque di riferire. “Per lottare contro la sfiducia ed evitare dubbi da parte dei cittadini europei”, rendere tutto chiaro “è il modo migliore”.
Critiche si levano anche dai banchi dei socialdemocratici (S&D). “Non tutto è perfetto nell’atteggiamento della Commissione europea”, denuncia il francese Éric Andrieu, vicepresidente S&D e membro della commissione Ambiente e salute. “Due mesi fa la Commissione europea si è impegnata, per voce del Commissario alla Salute, a essere trasparente sul contenuto dei contratti. A oggi non abbiamo niente“. Da qui la richiesta implicita a Stella Kyriakides a riferire quanto prima.