Bruxelles – Giornata drammatica oltreoceano, durante la quale si è assistito alla prima insurrezione sostenuta da un presidente in carica contro il Congresso degli Stati Uniti, con l’obiettivo di bloccare la certificazione dell’elezione del nuovo presidente USA.
Un passaggio solitamente scontato e formale, ma che è diventato storico perché per la prima volta un presidente in carica ha incoraggiato i suoi sostenitori ad attaccare il Congresso che stava approvando in via definitiva i risultati delle elezioni del 3 novembre scorso, certificando l’elezione del democratico Joe Biden come 46° presidente degli Stati Uniti. La certificazione è avvenuta lo stesso: dopo diverse ore di pausa dovute all’insurrezione dentro le Aule il Congresso è tornato a riunirsi per contare i voti del collegio elettorale e Biden ha ottenuto 306 grandi elettori contro i 232 di Trump.
WATCH: This is the moment Mike Pence certified Joe Biden's victory in the Electoral College https://t.co/kteVTQPSEE pic.twitter.com/goNU7ytLps
— Bloomberg (@business) January 7, 2021
Tornando ai fatti della notte, mentre il Congresso degli Stati Uniti, presieduto dal vicepresidente Mike Pence, si era da poco riunito nella serata europea di ieri per scrutinare e contare i voti dei Grandi Elettori espressi a dicembre e sancire formalmente l’elezione di Biden, alcune centinaia di sostenitori di Trump hanno assaltato il Campidoglio impedendo lo svolgimento del processo in corso. Incontrando quasi nessuna resistenza da parte delle forze di sicurezza, i manifestanti sono riusciti ad entrare negli uffici e nelle Aule del congresso, impedendo il procedere dei lavori. Solo dopo alcune ore, con un video nel quale continuava a sostenere le ragioni della protesta contro un voto “truffa”, il presidente in carica ha invitato i manifestanti, “persone speciali”, a tornare a casa, cosa che è stata fatta dai più.
Dopo ore di pieno caos, il Congresso è tornato a riunirsi questa mattina (tarda notte per gli USA) e discutere sulla certificazione della vittoria di Biden. Sono state presentate diverse mozioni dai Repubblicani per contestare il risultato elettorale in alcuni Stati, alcune respinte e altre nemmeno votate per mancanza del necessario appoggio. La certificazione del voto da parte del Congresso rende formalmente ufficiale la vittoria del presidente eletto, che si insedierà il prossimo 20 gennaio. Nei giorni scorsi, l’uscente Trump ha mobilitato una vera e propria pressione sul suo vice Pence per non ratificare la nomina di Biden durante la seduta del Congresso, evocando ancora l’ipotesi di brogli elettorali durante le elezioni. Per Pence era cosa costituzionalmente impossibile da fare.
Con un comunicato, Trump ha fatto sapere di continuare a essere “in totale disaccordo con il risultato delle elezioni, e i fatti mi danno ragione”. Nonostante questo assicura che “ci sarà comunque un passaggio ordinato dei poteri il 20 gennaio. Ho sempre detto che avremmo continuato la nostra battaglia per assicurarci che siano contati solo i voti regolari. Anche se questa è la fine del più grande mandato della storia presidenziale, è solo l’inizio della nostra battaglia per rendere di nuovo grande l’America”, ha concluso.
https://twitter.com/DanScavino/status/1347103015493361664?s=20
Nella notte, Twitter ha deciso di limitare la possibilità di condividere i tweet in cui Trump sosteneva ancora le sue accuse di brogli e irregolarità sulle elezioni, mostrando solidarietà agli estremisti che hanno assaltato il Congresso. Twitter parla di una violazione dell’integrità politica civica. Dopo aver chiesto al presidente in carica di rimuoverli, il suo account è stato sospeso per 12 ore così come anche Facebook ha fatto più o meno la stessa cosa rimuovendo il video e sospendendolo per 24 ore.
https://twitter.com/TwitterSafety/status/1346970430062485505?s=20
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha espresso in un Tweet ed in una lettera personale il suo sostegno alla presidente della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi.
Deeply concerning scenes from the US Capitol tonight. Democratic votes must be respected. We are certain the US will ensure that the rules of democracy are protected.
— Roberta Metsola (@EP_President) January 6, 2021
“Una democrazia sotto assedio”, appare agli occhi dell’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Josep Borrell. “Questa non è l’America, i risultati delle elezioni del 3 novembre devono essere rispettati in pieno”.
In the eyes of the world, American democracy tonight appears under siege.
This is an unseen assault on US democracy, its institutions and the rule of law.
This is not America. The election results of 3 November must be fully respected.
— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) January 6, 2021
Assistere all’irruzione nelle Aule del Congresso è “uno schock”, aggiunge anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel che parla anche della nomina di Biden: “Confidiamo negli Stati Uniti per garantire un trasferimento pacifico del potere”.
I democratici conquistano il Senato e dominano il Congresso
La parte “normale” della giornata di ieri negli Usa è che il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden potrà contare sull’appoggio di tutto il Congresso americano, Camera e Senato, per attuare la sua agenda politica (almeno per i prossimi due anni, quando ci sarà il nuovo ciclo elettorale). In Georgia, infatti, si è ultimato lo spoglio dei voti per il ballottaggio degli ultimi due seggi rimasti da contare al Senato federale: un’elezione tanto seguita in tutto il mondo – Europa compresa – quanto importante perché sarà determinante per decidere anche il destino dell’agenda politica di Biden.
I due candidati Democratici, Raphael Warnock e Jon Ossoff, hanno vinto sui due senatori uscenti repubblicani Kelly Loeffler e David Perdue. Warnock, 51 anni, noto reverendo della Ebenezer Baptist Church di Atlanta (la parrocchia che era stata di Martin Luther King), diventa quindi il primo senatore afroamericano della storia della Georgia, mentre Ossoff, 33 anni, uno dei più giovani.
Con la vittoria dei due senatori democratici si crea un nuovo equilibro dentro la camera alta del Congresso: Repubblicani e Democratici pareggiano al Senato con rispettivamente 50 senatori a testa, ma le regole prevedono che l’ago della bilancia per prendere le decisioni sia rappresentato da chi presiede l’Aula, ovvero il vicepresidente degli Stati Uniti, che in questa legislatura è la democratica Kamala Harris. Di fatto i democratici arrivano a controllare il Senato, oltre che la Camera e la Casa Bianca che sarà presieduta da Biden. “E’ un giorno nuovo. Per la prima volta da sei anni, i Democratici avranno la maggioranza nel Senato degli Stati Uniti e questa sarà una cosa buona per gli americani”, ha commentato Chuck Schumer, leader della minoranza dem al Senato. Con questo risultato Biden avrà la possibilità di attuare con più sicurezza la sua agenda politica, improntata anche su un nuovo rapporto più costruttivo con l’Europa.
Multilateralismo, sfida del Covid, cambiamento climatico e commercio internazionale: tutte questioni che nelle scorse settimane l’Unione ha dichiarato di voler affrontare al fianco degli Stati Uniti. Anche se ancora non ci sono i termini per definire questa partnership transatlantica ritrovata ma anche rinnovata. L’Unione Europea vuole lasciarsi alle spalle quattro anni di tensioni crescenti con gli Stati Uniti di Trump vissuti all’insegna dello slogan America first, che hanno rischiato di far naufragare anni di relazione transatlantica. Quattordici giorni rimasti che sanciscono anche per l’Unione un nuovo inizio per gli impegni sul multilateralismo, il clima, la sicurezza, il ruolo della NATO, che quattro anni di Trump alla Casa Bianca avevano contribuito a destabilizzare.