Bruxelles – Altro che “casa dolce casa”. La fotografia del nuovo rapporto sulle abitazioni di Eurostat parla chiaro rispetto allo stato dei servizi essenziali delle case dei residenti dei 27 Paesi dell’UE. I dati, raccolti mediante un sondaggio, si riferiscono al 2019 e prescindono dunque dagli effetti della pandemia di Covid-19. I numeri mostrano un quadro in miglioramento negli anni, ma rivelano anche le sacche di povertà nelle quali vivono diversi milioni di europei.
Il 6,9 per cento dei residenti dell’UE si trova nell’impossibilità economica di installare in casa un impianto di riscaldamento adeguato. Si tratta di una popolazione di oltre 30 milioni di persone che in alcuni Stati membri presenta percentuali elevate. In Bulgaria il disagio coinvolge quasi un abitante su tre, un dato pari al 30 per cento della popolazione totale (oltre 2 milioni di persone) che fino a quattro anni fa sfiorava il 40 per cento.
Il dato in termini assoluti spaventa anche rispetto alla situazione osservata in Grecia e Portogallo. In entrambi i Paesi mediterranei quasi due milioni di persone non possono permettersi di stare al caldo (sebbene in Grecia il dato sia migliorato in un anno del 5 percento). Ma è la situazione dell’Italia in termini assoluti a colpire maggiormente: oltre 6 milioni e mezzo di persone non hanno accesso a un impianto di riscaldamento soddisfacente. La percentuale dell’11,1 per cento è migliorata di tre punti rispetto al 2018, ma non fa certo sorridere.
Anche rispetto alla mancanza di servizi sanitari l’UE registra grandi disparità. A livello di Unione Europea sono circa 7 milioni le persone che lamentano l’assenza di almeno un sanitario nel proprio bagno di casa. La percentuale dell’1,6 per cento sul totale della popolazione europea però è una media tra gli estremi del 22,4 per cento della Romania (4,3 milioni di abitanti) e lo zero di Germania, Paesi Bassi e Svezia. La mancanza di toilette o doccia (o vasca da bagno) in casa raggiunge percentuali elevate soprattutto nell’Est Europa: si aggira intorno all’8 percento in Lituania, Lettonia e Bulgaria, scendendo al 3 per cento in Estonia e Ungheria. In Italia le persone colpite sono circa lo 0,5% della popolazione (300 mila abitanti).
Le infiltrazioni dal soffitto, dalle pareti o dagli infissi invece, sono un mal comune in tutta l’UE a 27 Stati. Il 12,7 per cento della popolazione europea ne è colpita (circa 57 milioni di persone). Le percentuali più elevate sono fatte registrare da Cipro (31 per cento) e dai Paesi dell’Est, ma in termini assoluti sono i residenti in Germania a lamentarsi maggiormente (il 12 per cento della popolazione, pari a circa 10 milioni di persone). Seguono gli 8,4 milioni di italiani (14 per cento del totale), i 7,7 milioni di francesi (11,5 per cento) e i 7 milioni di spagnoli (14,7 per cento).