Bruxelles – L’Europa si è già accaparrata 300 milioni di dosi di vaccino anti-COVID e, se tutto va bene dal 6 gennaio, giorno del pronunciamento dell’Agenzia europea del farmaco (EMA) sul siero di Moderna, potrà iniziare ad acquistare ancora da questo fornitore, per un totale di 460 milioni di boccette. Un programma frutto delle trattative condotte dalla Commissione europea direttamente con le case farmaceutiche, su consiglio di Angela Merkel, allora presidente di turno dell’Unione.
E’ la cancelliera tedesca l’artefice della campagna europea per i vaccini. Nel mezzo della pandemia e con gli Stati ancora chiusi in confinamento, i governi hanno iniziati a interrogarsi su come gestire la partita dei vaccini. Le riunioni del consiglio Salute hanno visto i ministri di Italia, Paesi Bassi, Francia e della stessa Germania spingere per ordini massicci in estate. Ma nel dibattito è intervenuta Merkel, in quanto capo del Paese con la presidenza di turno del Consiglio dell’UE, preferendo la via comune a quella intergovernativa.
Secondo le ricostruzioni del quotidiano tedesco Bild, i ministri hanno abbandonato la loro iniziativa per lasciare alla Commissione europea il compito di occuparsi dell’approvvigionamento dei vaccini, con una lettera inviata al capo dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, e scritta sotto la pressione di Merkel.
Si tratta di una mossa volta a mostrare concretamente cos’è la solidarietà europea. Risultato, nella lettera finale si legge: “Riteniamo che la velocità sia essenziale in questo caso. Quindi riteniamo molto utile se la commissione assume la guida in questo processo”. Con l’UE si fa prima e meglio, il senso del messaggio. Nei fatti l’esecutivo comunitario sembra non aver tradito le attese, con il team von der Leyen attivo su più fronti, con contratti sottoscritti con Moderna, AstraZeneca e Pfizer.
Sempre su impulso dei governi la Commissione è riuscita a organizzare le giornate europee del vaccino tra il 27 e il 29 dicembre scorsi, per la somministrazione contemporanea del siero anti-COVID in tutto il territorio dell’UE. Eppure ritardi e inconvenienti non mancano, e con essi le polemiche.